L’Osservatorio Nazionale Amianto ha diffuso i dati epidemiologici relativi all’inquinamento e all’emergenza ambientale nelle zone più a rischio della Puglia in due convegni organizzati a Taranto e Bari. L’Osservatorio ha sottolineato che in Puglia sono circa 5mila le morti causate direttamente o indirettamente all’esposizione all’amianto, nel periodo compreso tra il 1993 e il 2015. Secondo gli esperti dovremmo temere una futura pandemia.

A far allarmare sarebbero i numeri e dati raccolti. L’Ona ha appurato che a Bari, fino al dicembre 2018, 160 casi di mesotelioma sarebbero stati legati all’esposizione dell’ex Fibronit. Tenendo conto dell’intera area industriale di Bari, rispetto ai 258 casi registrati dal 1993 al 2008 dallo studio Sentieri-ReNaM, l’incidenza sarebbe in crescita, con una media di circa 20 nuovi casi ogni anno. Considerando altre patologie correlate, sarebbero in tutti 1.500 i decessi avvenuti nell’area di Bari.

L’Osservatorio ha anche stimato una crescita di casi del 400% tra i lavoratori impiegati nello stabilimento ex Ilva. A Taranto ci sarebbero 25 casi di mesotelioma l’anno, con un’incidenza 4 volte superiore ai dati previsti.