foto @Cia Agricoltori italiani Puglia

“Ci preoccupa molto il sequestro dell’ulivo infetto a Monopoli da parte della Procura di Bari, un atto probabilmente provocato da un esposto. Di certo non è una buona notizia, evidentemente quanto accaduto in Salento non ha insegnato nulla”. È il commento del presidente di Confagricoltura Bari, Michele Lacenere, al sequestro disposto dalla magistratura non solo dell’albero colpito dalla Xylella, ma di tutta l’area circostante, nelle campagne di Monopoli. In un periodo turbolento per l’agricoltura pugliese, dopo la manifestazione dei gilet arancioni a Bari e le dimissioni assessore regionale al ramo, Leo Di Gioia, una nuova tegola si abbatte sul settore.

“Pur rispettando il lavoro dei magistrati – ha detto Lacenere – che ovviamente sono chiamati ad intervenire seguendo l’attuale normativa, non possiamo non sottolineare, ancora una volta, che dovrebbe essere la scienza a parlare. Le eradicazioni rappresentano lo strumento per evitare che il batterio avanzi ancora come ha fatto negli ultimi tre anni, arrivando sino a Monopoli. Sacrificare un albero infetto significa dare la possibilità a migliaia di altri ulivi di continuare a fare la storia della Puglia, dell’olivicoltura pugliese”.

“Diversamente – ha aggiunto – lasciare il batterio libero di fare strada significherà la fine di questa storia. L’espansione della Xylella non aspetta i tempi delle indagini preliminari, di eventuali processi o di ricorsi al Tar. Ecco perché anche dal punto di vista legislativo, occorre un intervento immediato del governo e del parlamento che dia gli strumenti normativi necessari ad accelerare le eradicazioni”.

Il sequestro non ha lasciato indifferenti gli agricoltori e la popolazione, scesa in piazza per manifestare: “Oggi – ha sottolineato Lacenere – duemila persone a Monopoli hanno detto basta ai complottisti e negazionisti, e hanno detto sì alla scienza, alla tutela del paesaggio e della nostra economia e produttività. Così come stiamo facendo per il parlamentare Ciampolillo, responsabile del mancato abbattimento dell’albero di Cisternino, valuteremo la possibilità di procedere giudizialmente contro l’autore dello sciagurato esposto che ha dato origine al sequestro e contro tutti coloro che ostacoleranno, d’ora in poi – ha concluso – la corretta attuazione delle pratiche anti Xylella”.

Di seguito il comunicato della Procura sulle indagini in corso:

Sono comparse nella giornata di ieri sugli organi di stampa notizie sul sequestro disposto da questa Procura di un albero di ulivo risultato infetto dal batterio Xylella fastidiosa – e della relativa area di sedime – in agro di Monopoli con commenti del tutto inadeguati sia in ordine ai presupposti del provvedimento sia in relazione agli scopi di esso, con riferimenti ad iniziative autonome e separate di altre Procure e ad asseriti esposti “… di qualche santone o negazionista” che, si sostiene, troverebbero “… sponde… anche nelle Procure”.

La Procura di Bari rivendica ancora una volta il potere/dovere di garante della legalità sul circondario – in un ambito particolarmente esposto e “sensibile” quale quello della tutela ambientale, fonte di preoccupazione per tutti coloro che hanno a cuore la salvaguardia dell’ habitat naturale del territorio, ma anche dei rappresentanti e degli esponenti dell’ imprenditoria agricola – e richiama il principio costituzionale dell’ obbligatorietà dell’azione penale che impone l’ approfondimento delle notizie di reato che pervengono.

Nel merito si precisa che il provvedimento – che ha ad oggetto un solo albero di ulivo ed è stato disposto in relazione ai reati di diffusione di malattie delle piante e pubblicazione o diffusione di notizie atte a turbare l’ ordine pubblico – è in funzione esclusivamente probatoria connessa, tra l’ altro, allo svolgimento di consulenza tecnica, le cui operazioni sarà cura di questa Procura vengano effettuate in tempi e con modalità del tutto compatibili con il provvedimento di eradicazione disposto dal competente organo della Regione, la cui legittimità/liceità non è posta in discussione dal decreto di sequestro.