Un paio di squadre di ladri fanno irruzione in un terreno sulla strada che collega Palo a Bitonto, in territorio bitontino, e segano 10 ulivi secolari per rivenderli come legna da ardere. “Maledetti che non sono altro – denuncia l’agricoltore – per guadagnare 200 euro al massimo mi hanno procurato un danno di 10mila euro”.

Non è il solito furto di un’attrezzatura o parte del raccolto di frutta, olive, ortaggi o mandorle. “Hanno tranciato anche i cavi dell’irrigazione e i fili di sostegno”, continua il proprietario del terreno. Sabato mattina il cognato dell’agricoltore, passando con l’auto davanti al fondo ha notato lo scempio.

L’assalto è stato subito denunciato alle guardie campestri di Bitonto, che provvederanno ad allertare le autorità competenti. “In passato sono stato oggetto di numerosi furti – denuncia l’anziano – tre anni fa, nel tentativo di rubare quattro pali di ferro arrugginito, hanno rischiato di devastarmi il tendone dell’uva”.

Il sacrificio dell’agricoltore è più evidente quando si fa la conta dei danni. Si tratta di 10 piante che producono una media di 60 chili di olive. Erano ulivi secolari innestati più di 30 anni fa e ci vorranno almeno altri 3 decenni per riuscire a ripristinarne la produttività. Il tronco delle piante rubate era di grandi dimensioni, ma solo fino a un’altezza di un metro e mezzo, quindi non c’era chissà quanta legna da ricavare.

A sentire gli agricoltori della zona non si tratta certo di un caso isolato. “Io stesso so di un altro furto in un terreno poco distante dallo stabilimento di Siciliani – dice ancora il derubato -. Fai tanti sforzi per portare avanti l’attività nonostante le mille difficoltà, le incertezze climatiche, spese e tasse, ma poi ti ritrovi a dover fare i conti con questi bastardi. Spero solo di non trovarmeli mai di fronte, perché qualcuno potrebbe farsi male”.