Non la classica diffida scritta da un legale, bensì una lettera molto elegante, vagamente informale, scritta con modi e toni di altri tempi, sebbene, abbiamo appreso, da una persona di appena 64 anni. Ferma nei contenuti, certo, ma non urlata, come ormai si usa da un po’ di tempo a questa parte per far valere le proprie ragioni. Ci ha scritto il preside dell’istituto Tecnico Economico Statale “Lenoci” di Bari, l’articolo che abbiamo pubblicato stamattina, dopo aver appreso che un gruppo di studenti non è voluto entrare in classe per via di alcuni topi avvistati nella struttura, non gli è andato giù.

Per dirla tutta, lo ha proprio ferito, come ben si evince dalla lettura di quanto lui stesso ci ha poi recapitato personalmente. Sfortuna ha voluto che la consegna sia stata tentata al nostro vecchio indirizzo e così, solo nel tardo pomeriggio siamo venuti in possesso della missiva, a cui è seguita immediata una nostra telefonata.

Come da prassi, in realtà, questa mattina prima della pubblicazione abbiamo contattato la scuola per avere una versione ufficiale sull’accaduto, senza tutta via poter parlare proprio col dirigente, assente in quel frangente, e di cui non ci è stato fornito un recapito telefonico diretto. Sia quel che sia, volentieri pubblichiamo quanto il preside ci ha scritto, certi di incontrarlo molto presto.

“Gentili signori,
mi chiamo Cataldo Olivieri, sono il preside del “Lenoci”. Sono io il responsabile della pulizia, del decoro degli ambienti, e di quanto accade, nel bene e nel male nella struttura affidatami. Mi onoro di farlo da 4 anni, in un rapporto educativo molto forte con i ragazzi, con cui trascorro la maggior parte del tempo,  di cui conosco tutti i nomi. Oggi, per il molto che è stato fatto, ritengo che il “Lenoci” possa essere un punto di  riferimento nella città, per le tante iniziative, di qualità sociale e di benessere educativo. Sarebbe lungo elencare; chi vorrà troverà sul sito del “Lenoci” una ampia  rassegna di notizie e immagini.

Per questo, il titolo da voi individuato, è in tutta franchezza, per il sottoscritto e per la comunità scolastica che dirigo, un autentico “pugno nello stomaco”! Esso evoca un degrado igienico, una incuria, un abbandono che, al di là delle vostre intenzioni, lascia il segno in chi legge. Sì, lascia il segno in coloro che, qui la “Lenoci”, cercano, pur con tutti i limiti, di accompagnare la professionalità con l’etica e la passione.

Il punto. Sì, ieri mattina sono stati “avvistati” 2-3 “topolini di campagna”! Accade tutti gli anni, con i freddi invernali. Accade al Lenoci e a tutte le 5 scuole del Polivalente, visto che gli edifici sono collocati in un parco verde di 5 ettari, un parco che noi stessi puliamo costantemente da cartacce e scarti, alunni, docenti e preside in testa. A quel punto, se “avvistiamo” topolini non certamente graditi, il problema viene subito risolto (intanto, con la richiesta di pulizie più radicali e specifiche alla ditta esterna che effettua la quotidiana igienizzazione delle aule); nei casi più ostinati, si chiama l’intervento di ditte specializzate.

Attenzione, a Voi non sfugge, l’importanza del linguaggio. Se parlate di “ratto”, state elevando in una misura spropositata l’allarme e la preoccupazione in chi legge. Se fosse mai capitata una presenza di tale genere, avrei subito interdetto e bonificato, in misura corrispondente alla gravità del caso. Non avrei certo aspettato alcun cenno di protesta! Ma questo non è mai accaduto! Si parla dunque di “ratto”, si parla di “cimice”. Tutto, se posso permettermi, senza alcuna fondatezza e circostanza.

Allo stesso tempo, immaginatevi il mio dispiacere personale, nel veder scritto che “alcuni genitori” sosterrebbero che “i vertici dell’istituto erano a conoscenza di alcune problematiche”. Da persone competenti in comunicazione, capite bene che la genericità di queste affermazioni serve solo a “far male” a colui che ne è vittima!

Infine, riguardo alla vostra telefonata, devo dirVi che vi ha risposto la addetta al centralino (una ausiliaria), che non ha potuto mettervi in contatto con il sottoscritto (ero alla Città metropolitana). Non ho avuto un riscontro telefonico, altrimenti, al mio rientro, Vi avrei subito richiamato.

Non Vi nascondo che, non solo il sottoscritto ma l’intera comunità scolastica è assai sorpresa e turbata. lo ho subito riunito, in Biblioteca, gli studenti ed i docenti presenti a scuola.Vi testimonio il rammarico sincero di tutti.

Vi chiedo 2 cose; innanzitutto, Vi chiedo di pubblicare questa mia necessaria nota di replica. In secondo luogo, Vi chiedo di venire a scuola, per poterei conoscere e poter Voi trarre, guardandovi intorno, tutte le valutazioni che riterrete opportune”.