Per colpa di un’ischemia cerebrale, non diagnosticata per più di 24 ore, Patrizia Minerva, oggi 28enne, vive su una sedia a rotelle dall’estate del 2015. I neurologi del Policlinico di Bari ipotizzarono si trattasse solo di un colpo di calore o una crisi di panico per via dei sintomi, mal di testa e difficoltà nella parola. Patrizia però entrò in coma diventando tetraplegica.

Dopo quattro anni dai fatti, prima per il decreto di sospensione delle udienze dovuto all’inagibilità del Palagiustizia e poi nella giornata di ieri per un difetto di notifiche, solo il 16 aprile si terrà il processo contro i sei medici accusati di concorso in lesioni personali colpose. Ci sarà la costituzione delle parti dinanzi al giudice monocratico Ambrogio Marrone. Patrizia, insieme a suo figlio di 6 anni, sarà presente in tribunale assistita dall’avvocato Andrea Moreno.

Nei giorni scorsi il pm Lanfranco Marazzia ha disposto il sequestro di nuova documentazione sanitaria e pende anche un parallelo procedimento civile contro il Policlinico fissato per il 13 marzo, nel quale la difesa chiede un risarcimento danni pari a circa 4 milioni di euro.