Vito e Francesco Martiradonna, padre e figlio ritenuti a capo dell’organizzazione mafiosa con base logistica a Bari e accusati di aver messo in piedi un’articolata rete internazionale di scommesse illegali on line, lasciano il carcere e finiscono agli arresti domiciliari. Lo ha deciso il Tribunale del Riesame di Bari con il parere favorevole della Procura.

I due, con un’altra ventina di persone incluso Tommy Parsi, figlio del boss di Japigia Savinuccio, sono stati arrestati arrestati il 14 novembre nell’ambito della maxi inchiesta, coordinata dalla Dda di Bari e che ha portato all’arresto di oltre 60 persone in tutta italia. Pochi giorni fa lo stesso Tribunale del Riesame si è espresso su Tommy Parisi, rimasto in carcere, ma facendo cadere l’aggravante mafiosa e contestando l’intestazione fittizia

All’ex cassiere del clan Capriati Vito Martiradonna, detto “Vitino l’Enèl”, e ai figli, la Dda contesta il reato di associazione per delinquere con l’aggravante mafiosa, nonché riciclaggio e autoriciclaggio, truffa e reati tributari, raccolta abusiva di scommesse, trasferimento fraudolento di valori e intestazione fittizia di beni. Ai giudici gli indagati hanno ammesso gli addebiti e hanno ottenuto l’attenuazione della misura cautelare.