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All’autista donna di autobus non bastano i 10 anni di servizio come conducente su linee extraurbane per superare il concorso alla STP, la Società del Trasporto Provinciale. La candidata aveva passato senza batter ciglio le prime due prove, ma, a quella di guida, ha fatto cadere due birilli.

Troppo grave per l’istruttore aziendale. All’autista non è bastato neppure avere un parametro maggiore nella società di trasporto per cui lavora attualmente rispetto a quello oggetto della gara. Esclusa senza remissioni per colpa di quei due maledetti birilli. Nessun problema, però, nei test psico attitudinali e nei colloqui, affidati dalla STP ad un’agenzia esterna.

La donna, come altri candidati s’intende, si è rivolta a un avvocato e sta per portare la STP in Procura. Dubbi sulla corretta esecuzione della prova, calcolando che tra gli idonei qualche cognome è saltato subito all’occhio. All’autista non è bastato neppure essere una delle poche donne in Puglia a possedere da un paio d’anni la patente E, condizione che faceva punteggio, persino non trascurabile.

Ora, volendo ipotizzare che le prime due prove siano state passate con 18, il punteggio minimo previsto, volendo poi sommare i requisiti e il fatto che la prova di guida non può essere valutata zero, i conti non tornano. Per questa ragione la determinazione a chiedere il parere di un giudice. Vogliamo credere siano le farneticazioni di un candidato – seppure in tanti credono ci sia del marcio in Danimarca -, perché in caso contrario sarebbe cambiato tutto per non far cambiare un bel nulla.