Le recenti dichiarazioni di Michele Emiliano sul 118 avevano fatto saltare dalla sedia buona parte del personale, fermo restando che molte delle lacune del 118 dipendono proprio dalla Regione Puglia, ente di cui lo stesso Emiliano è presidente. Un paradosso a cui siamo ormai abituati. Sulla faccenda, all’indomani di un ennesimo intervento salvavita a casa di una donna rimasta gravemente ferita in seguito alla rottura del bidet in bagno, è il dottor Francesco Papappicco, del sindacato FSI-USAE, a rispondere al Presidente.

Papappicco e la sua squadra della postazione 118 di Gravina, composta dall’infermiere Giuseppe Ferrante, dall’autista soccorritore Antonello Ressa e dalla soccorritrice Santa Noviello – come dicevamo – sono intervenuti per rianimare una signora che non dava segni di vita. Sul posto lo scenario era quello del peggiore film dell’orrore. Il tutto sottolineato dalle urla disperate di parenti e amici giunti sul posto.

La malcapitata era in condizioni critiche a causa di una copiosa emorragia provocata da una profonda ferita ad una coscia. Le schegge di ceramica le avevano reciso in profondità vasi sanguigni e tessuti. Solo la tempestività, l’immediata disponibilità di un’ambulanza medicalizzata e la professionalità di tutto il team, hanno fatto sì che in meno di un quarto d’ora la ferita, seppur in coma da shock emorragico, giungesse all’ospedale della Murgia dov’è stata trasfusa, rianimata, stabilizzata e operata.

La prognosi rimane riservata, ma i medici non disperano sulla possibilità di ripresa e guarigione. L’ultimo bollettino medico autorizza un certo ottimismo. Solo negli ultimi giorni, lo stesso Papappicco, coadiuvato dalle squadre in turno, ha ripreso una paziente in arresto cardiorespiratorio; rianimato un giovane in coma da overdose di stupefacenti e salvato una donna con un’ostruzione delle vie respiratorie.

Normale amministrazione, così come quella di tutti gli equipaggi del 118. Il vero problema, lo abbiamo detto altre volte, è che non tutti gli interventi e i salvataggi vengono alla luce. “Emiliano sa benissimo – tuona Papappicco – che non può permettersi di pontificare su un intero settore presentando alla stampa quadri futuribili al posto di argomenti concreti”. “Purtroppo – aggiunge il medico, costretto in passato a difendersi da due ingiusti procedimenti disciplinari – come al solito fa più rumore un albero che cade di un’intera foresta che cresce. Risulta pertanto inammissibile che un governatore lasci passare messaggi lesivo della dignità professionale, minando la credibilità e la fiducia della gente nel servizio di emergenza sanitaria”.

A dirla tutta non è certo la situazione contrattuale “convenzionata” e la “non dipendenza” a fare di un medico un buon medico. “Ogni operatore del 118 – continua il sindacalista – fino ad oggi assolve al proprio compito nel pieno rispetto dei suoi doveri e nella sacrosanta rivendicazione dei diritti legalmente sanciti. Gli stessi titoli professionali richiesti nei requisiti di assunzione o ingaggio dei singoli operatori ne sono garanzia di legittimità. Non risponde inoltre a verità l’equipollenza operativa di molte ambulanze del 118 con le  capacità delle unità d’emergenza-urgenza ospedaliere, come si vorrebbe far credere. Basti pensare che non disponiamo neppure della semplice morfina per l’analgesia da politrauma o da infarto, giusto per fare l’esempio più eclatante”.

“Infine – chiosa Papappicco – tranne che per la zona del Gargano-isole Tremiti, a tutt’oggi non si dispone di alcun elicottero 118 o di elipiste autorizzate al decollo-atterraggio di eliambulanze in tutto il resto della regione. Prova ne è il fatto che sia stata la stessa Regione a proporne un più estensivo potenziamento e impiego come si evince dal BURP n. 145 del 16/12/2016”.

LE DICHIARAZIONI DI EMILIANO – “Il 118 funziona abbastanza bene con una serie di gruppi di volontariato, che hanno fatto l’impossibile per far funzionare al meglio il 118. Ma dobbiamo fare un salto di qualità perché il 118 deve aumentare la sua professionalità. Infermieri, medici e soccorritori devono avere una capacità di addestramento molto superiore e soprattutto bisogna integrare l’ospedale con la rete dell’emergenza urgenza fatta da ambulanze che hanno dispositivi paragonabili a quelli di un ospedale, elicotteri che hanno gli stessi requisiti. Serve professionalizzare il settore. Purtroppo oggi sia i medici, che gli infermieri, che i soccorritori lavorano con contratti non esclusivi, spesso non sono dipendenti della pubblica amministrazione, fanno delle convenzioni, non hanno una specializzazione e una formazione continuamente migliorata”.