Avevano perfezionato un sistema telematico quasi perfetto per truccare gli esami di guida e permettere ai propri clienti di conseguire qualsiasi tipo di patente senza dover studiare: bastava pagare 3mila euro ad esame e il gioco era fatto. La Polizia ha smantellato un’organizzazione criminale “a conduzione famigliare” deferendo 9 persone ritenute responsabili del reato di associazione a delinquere finalizzata ad agevolare il conseguimento di titoli abilitativi alla guida di veicoli con metodi fraudolenti.

L’indagine, che si è avvalsa dei più avanzati sistemi tecnologici di intercettazione, ha portato al sequestro preventivo di 70 titoli abilitativi alla guida, intestati a cittadini italiani e stranieri residenti in Bari e provincia, ma anche in Brindisi e Taranto, e di 83 denunce 83.

Al vertice del sodalizio è stato individuato un uomo, classe 1958, pluripregiudicato barese di elevatissimo spessore e notoriamente contiguo al clan “Parisi” del quartiere barese Japigia, attualmente detenuto per altra causa, aiutato da tre congiunti, rispettivamente classe ‘64, ’91 e ’86, con il ruolo di staffette, vedette e supporto logistico ai candidati.  Un altro uomo, classe ‘80, esperto utilizzatore dei sistemi di comunicazione telematici si è dimostrato in grado di gestire la c.d. “Regia”, insieme a un altro uomo nato nel   1989. Nel corso delle attività propedeutiche alla “preparazione” di candidate veniva in rilievo la figura di una donna sodale, nata nel 1980.

L’indagine è scaturita dall’esigenza di dare un letterale e decisivo stop all’increscioso fenomeno del conseguimento dei titoli abilitativi alla guida con l’utilizzo di metodi fraudolenti o mediante  sistemi di comunicazione telematici ed audio che permettevano ai candidati di trasmettere, a vere e proprie “centrali operative”, le immagini della schermata relativa alle schede d’esame della Motorizzazione e ricevere  quindi i suggerimenti sulle risposte esatte da contrassegnare.

COME FUNZIONAVA Gli investigatori hanno scoperto una vera e propria base operativa professionale, con diramazioni nelle province vicine, ben collaudata e professionalmente dedita a tale illecita attività: il sodalizio criminoso aveva superato l’ormai desueto metodo della sola radiocomunicazione con il candidato con un sistema di “assitenza alla risposta” telematico – direttamente connesso con una professionale  “centrale operativa” ubicata lontana dagli Uffici della Motorizzazione, presso l’abitazione di uno degli indagati.  Il tutto anche con l’aiuto di scuole guida compiacenti.

Tuttavia, il sistema messo a punto non era altresì in grado di dissimulare la tranquillità dei candidati privi di scrupolo che, a più riprese venivano individuati e smascherati dagli operatori di polizia, abilmente nascosti e confusi tra genitori in attesa e privati cittadini, presso il Dipartimento dei Trasporti di Bari ed ai quali non sfuggivano abbigliamenti poco compatibili con le temperature in atto e la circospezione di alcuni  degli esaminandi. Infatti nel corso delle indagini, a più riprese, venivano rinvenute e sequestrate le attrezzature di trasmissione videotelematiche occultate addosso ai candidati.

L’attività degli investigatori ha consentito, seguendo la localizzazione del traffico dati e voce, di individuare anche i luoghi, nella disponibilità dell’organizzazione criminale, ove letteralmente “vestire” i candidati all’esame non solo delle apparecchiature tecniche ma anche con   capi di abbigliamento idonei a nascondere i dispositivi, anche con l’aiuto di donne organiche all’ambito criminale, allorquando neccessitava la “preparazione” di una esaminanda.

Anche nella “centrale operativa”, laboriosamente localizzata sia risalendo lungo il flusso informatico e telefonico che mediante i  più tradizionali appostamenti e pedinamenti, venivano sequestrati routers, antenne specifiche per trasferimento dati a grandi/medie distanze, computer portatili, telefoni celluari, sim telefoniche e dati pronte per essere utilizzate, non disgiunte dal canonico manuale per i quiz, da tenere a portata di mano per i suggerimenti più ostici.

Altro dato non irrilevante emerso nel corso dell’indagine, è stato il voluminoso giro di danaro connesso all’illecita attività, pari a circa 250.000 Euro, atteso che ogni “esame telematico” poteva costare dai 2000 ai 3000 Euro  in funzione della tipologia di prova da superare.