foto di repertorio

In principio furono stagisti, precari, co.co.co, chiamati direttamente a lavorare per la Regione, una trafila lunga che però alla fine li ha portati ad essere assunti senza concorso dallo stesso Ente e per cui non solo ci sono state un mare di polemiche, con titoli a quattro colonne sui giornali, non tutti a dire il vero, ma anche una indagine della Procura, della Corte dei Conti, dell’Unione Europea per mano dell’Olaf, l’organismo che indaga sulle frodi nell’uso dei fondi comunitari. Adesso è arrivato il blitz della Guardia di Finanza.

Le Fiamme Gialle hanno iniziato ad acquisire documenti, i contratti di assunzione in particolare, per quei 284 lavoratori baciati dalla fortuna di aver maturato esperienza alle dipendenze della Regione che ha poi costituito titolo preferenziale nei bandi pubblicati successivamente. Selezione, si badi bene, non concorsi.

La tesi, supportata da numerosi esposti presentati nel corso degli anni, è che si sia trattato di un vero e proprio sistema messo in piedi per garantire l’assunzione ad amici e parenti di persone e personaggi, anche politici influenti, a partire dalla prima giunta Vendola. Nel fascicolo della Procura si evidenzia come tra i precari ci siano anche figli di dirigenti di alcuni uffici regionali e amministratori locali tutti vicini al centrosinistra. Presunte irregolarità che sarebbero iniziate 10 anni fa e coinvolgerebbero vari dipartimenti.

In quell’elenco ci sono tante brave persone che non hanno nulla a che spartire coi giochi di potere e gli intrighi di palazzo, ma ci sono anche nomi che fanno storcere il naso a molti. Paola Romano, per esempio, assessore comunale della giunta Decaro sin dalla prima ora: “Si tratta di una omonima – ci ha detto – io sono stata regolarmente assunta dopo un concorso di 7 anni, quella in elenco non sono io”. C’è poi anche quello di Alesio Valente, sindaco riconfermato di Gravina. Abbiamo provato a sentirlo, ma purtroppo è fuori per un convegno, Valente ha promesso di richiamarci non appena potrà.