Aprite i polmoni, respirate un po’ di quella buona aria chiamata “umanità” e gustate il buon sapore del vino marchiato “efficienza”. L’aeroporto di Bari Palese alle ore 19 è pieno come un uovo a causa dei voli cancellati o in ritardo. Il mio è slittato di 2 ore, ma non fa nulla, non scappa da nessuna parte.

Passeggio, ingannando il tempo e decidendo con cosa cenare. A un certo punto, un signore di mezza età si siede su una panca, raccoglie la testa tra le mani e vomita. È accompagnato dalla figlia e dalla nipote piccola. Passano pochi secondi ed intorno a lui si radunano diverse persone pronte ad aiutarlo. Mi offro di andare a chiamare il servizio medico. Raggiungo i varchi di sicurezza e avviso della situazione.

Guardo l’orologio, sono le 19.13. Lo sguardo che si scambiano gli addetti alla sicurezza, mi stranisce. Torno dal signore. L’uomo ha ricevuto un secchio dal personale del ristorante interno, anche loro si stanno prodigando per chiamare l’assistenza come ho fatto io perché non hanno un numero interno. Vedo venire una dottoressa e un’infermiera. Sono passati meno di 5 minuti dalla mia chiamata.

La ragazza del ristorante rincuora la nipote del signore visibilmente preoccupata, mentre la dottoressa e l’infermiera con molta gentilezza visitano l’uomo. “Nulla di speciale è il loro lavoro”, diranno molti a questo punto della storia. È vero, ma sempre più spesso parliamo di inefficienza e egoismo. Per questa ragione ci piace anche raccontare storie diverse, che fanno bene allo spirito.

Non cambieremo la situazione, ma almeno un po’ di speranza proviamo a trasmetterla.
Il finale? Il malore era causato da un’indigestione e le persone accorse, invece di mandarlo a quel paese, lo hanno invitato a tornare presto in Puglia per “farsi lo stomaco” con i piatti locali.