Prima cade dalla moto a causa di un cantiere mal segnalato, poi passa oltre 8 ore al Pronto Soccorso per farsi visitare. Una giornata d’inferno per un barese costretto a fare i conti in un colpo solo con la non irreprensibile organizzazione dei lavori e l’inefficienza della sanità pugliese.

I problemi iniziano poco prima di mezzogiorno. Umberto sta percorrendo la statale 100 in direzione sud per andare al lavoro ma all’altezza di Capurso si trova improvvisamente davanti a un ingorgo: la frenata improvvisa non basta per evitare una rovinosa caduta sull’asfalto. “Il cantiere non era segnalato con il dovuto anticipo. C’erano due operai, uno con una bandiera a ridosso della grande freccia che segnalava l’immediata deviazione e il secondo a rattoppare un pezzo di statale già malmesso”.

La giornataccia, però, è solo all’inizio. L’uomo, dolorante e con il piede sinistro malconcio, decide di tornare a Bari per andare al Policlinico. Qui inizia una vera e propria odissea: “L’accettazione al pronto soccorso in codice verde viene effettuata alle 13, ma vengo visitato soltanto dopo 8 ore. Diagnosi: distorsione e distrazione della caviglia con gamba e piede ingessati e 25 giorni di convalescenza”.

“Mi è andata molto bene – sottolinea Umberto – ma mi domando, chi politicamente gestisce la manutenzione delle strade e gestisce la sanità in Puglia sono la stessa persona? Ed è a conoscenza di come stanno realmente le cose o vive in un mondo parallelo fatto di consenso effimero?”