L’ennesimo pasticcio in salsa barese questa volta è a scapito dell’Arma dei Carabinieri. Il presunto trasferimento della stazione Picone all’interno del Policlinico è ormai andato oltre il limite previsto, ovvero i 5 mesi stabiliti per la consegna dei lavori.

Le ragioni del rinvio hanno dell’incredibile: nel momento in cui si è dovuta realizzare la camera di sicurezza in cemento armato si è scoperto che il locale non ha le fondamenta. Sì, avete letto bene. Il plesso, che tra l’altro ospita anche la ludoteca del Policlinico, è di fatto un contenitore poggiato su un massetto di cemento. Scavando per ancorare i muri di cemento armato sulle fondamenta si sono resi conto che quest’ultime non c’erano.

È per questo che è stata affidata una consulenza per il calcolo antisismico dell’opera ma, a sentire alcuni esperti, sarebbe stato quasi più economico abbattere tutto e ricostruire. La nuova stazione dei Carabinieri, realizzata “in economia”, di economico ha quindi ben poco, a cominciare dal progetto realizzato inizialmente da un geometra del Policlinico.

Il costo complessivo dell’opera, stabilito dall’ente pubblico, sarebbe stato di circa 200mila euro ma, in corso d’opera, si è ritenuto necessario riaffidarlo a una consulente esterna. L’ingegnere, che a leggere le delibere avrebbe fatto propria la progettazione precedente, ha portato i costi a 500mila euro.

I Carabinieri, intanto, continuano a svolgere la loro preziosa attività a beneficenza della comunità in un appartamento al primo piano di via Campione in condizioni obiettivamente precarie.

La faccenda, di per sé grottesca, si arricchisce poi di un altro elemento: mentre tutti esultavano per il trasferimento all’interno del Policlinico, con tanto di foto di rito lo scorso 10 maggio, è stato accantonato un progetto già finanziato per il collocamento della stazione all’interno di palazzo Caleno in viale Salandra. Il proprietario dell’immobile aveva già fatto trasferire altrove la filiale di una banca in modo da provvedere all’adeguamento dello stabile per poter ospitare i militari.

La situazione crea non pochi imbarazzi e il solito scarica barile sulle responsabilità dell’ennesimo progetto nato male e continuato peggio. Non si sa quanto altro tempo dovrà passare e quale decisione sarà presa prima che i Carabinieri della stazione di Picone possano finalmente lasciare l’appartamento in cui si trovano adesso.