Il gup del Tribunale di Bari, Rosa Anna Depalo, ha condannato rispettivamente a 17 anni e a 16 anni di reclusione l’esecutore materiale e l’istigatrice dell’omicidio dell’operaio 28enne di Toritto, Stefano Melillo, il cui cadavere fu trovato in un pozzo all’interno di un casolare abbandonato vicino al campo sportivo di Binetto il 13 giugno 2016.

La sentenza nei confronti del 40enne Crescenzio Burdi, difeso dall’avvocato Franco Regina, reo confesso del delitto ed accusato anche di occultamento di cadavere, e della 29enne Addolorata Cuzzi, compagna della vittima ed ex moglie dell’assassino, ritenuta l’istigatrice del delitto, è stata emessa al termine di un processo celebrato con rito abbreviato.

Secondo le indagini dei Carabinieri la donna, per porre fine alla relazione con Melillo, avrebbe convinto l’ex marito ad ucciderlo. Lei lo avrebbe attirato nel campo sportivo con una scusa e poi Burdi lo avrebbe prima strangolato con una corda, poi colpito alla testa con una spranga di ferro e infine con un grosso masso causandone il decesso. Burdi si sarebbe quindi disfatto del cadavere gettandolo in una cisterna dopo aver tentato di dargli fuoco.