Il caso dell’intervento estetico a cui si è sottoposta la caposala del Di Venere sta provocando più di qualche imbarazzo nell’ospedale barese. Quella che in gergo si chiama blefaroplastica, infatti, è un intervento non previsto dal servizio sanitario nazionale e dal costo medio vicino ai 2mila euro a palpebra: il fatto che sia stato effettuato nella sala operatoria dello stesso Di Venere (in cui non c’è nemmeno la chirurgia plastica) con soldi pubblici ha fatto storcere il naso a tanti.

Tra i corridoi dell’ospedale le bocche sono cucite. Abbiamo provato a incontrare il dottor Curatoli, l’autore della singolare operazione, e della stessa caposala Marmo per chiedere una spiegazione in merito. Medici e infermieri dei rispettivi reparti, invece, non vogliono rilasciare nessun tipo di dichiarazione.

Sul caso sono in corso le indagini della magistratura. Ma non solo, anche i vertici della Direzione Sanitaria vogliono vederci chiaro e hanno avviato degli accertamenti interni: tutta la documentazione è stata girata dalla direzione generale a Nas e Procura. Le stesse carte sono da tempo in possesso dell’ufficio procedimenti disciplinari.

“Ne siamo venuti a conoscenza con una nota anonima – ha spiegato Luigi Lestingi della Direzione Sanitaria – abbiamo fatto degli approfondimenti chiedendo risposte ai protagonisti della vicenda e inviato le carte in Procura. Di sicuro è stata una grossa superficialità, un episodio di una certa gravità che non era mai accaduto”.