Nella nottata i Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Trani hanno notificato un decreto di fermo d’indiziato di delitto, disposto dalla Procura della Repubblica di Trani, nei confronti di due persone, un 21enne ed un 29enne, italiani, entrambi residenti a Corato e già noti alle Forze di polizia. I giovani sono ritenuti responsabili dell’omicidio dell’albanese Viktorjan Picaku, colpito a morte nella serata
di mercoledì 1 agosto scorso in piazza Abbazia a Corato, allorquando veniva attinto
da almeno due colpi d’arma da fuoco, che verosimilmente lo colpivano ad una gamba e alla schiena, non lasciandogli scampo.

I primi passi investigativi sono partiti proprio dalla piazza, dove i militari hanno accertato come in un’area seppur gremita di persone ed in orario tutt’altro che proibitivo, due persone, giunte a bordo di un ciclomotore, hanno commesso un omicidio lasciando sul selciato esclusivamente le spoglie della vittima. Gli immediati rilievi tecnici effettuati dalla Sezione Investigazioni Scientifiche del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo
di Bari, i cui militari si sono avvalsi anche della consulenza medica dell’Istituto di Medicina Legale del Capoluogo, hanno permesso di acclarare pochi elementi e, primo fra tutti, l’assenza di bossoli e tracce utili a stabilire l’esatta dinamica.

Soltanto la paziente e meticolosa acquisizione delle dichiarazioni rese da testimoni, nonché di informazioni di natura investigativa, tutte corroborate dalla visualizzazione delle
videoriprese estrapolate da telecamere, hanno preliminarmente consentito ai militari di ricostruire la dinamica e la possibile identità degli autori del delitto. A bordo di una Vespa di colore nero, i due citati giovani sonno giunti nella centralissima piazza Abbazia dove, incuranti della possibilità di essere identificati e del pericolo oggettivo derivante dalla presenza di giovani e ragazzini, mentre uno si occupava di condurre il mezzo, l’altro , per giunta armato di una mazza da baseball, si è avvicinato alla vittima e ha esploso alcuni colpi d’arma da fuoco.

Alquanto aleatorie le risultanze relative al movente di tanta violenza: se da un lato
difatti è emerso come possibile causa la contesa delle attenzioni di una giovane ragazza del posto, lasciando ipotizzare quindi una pista “passionale”, dall’altro è necessario chiarire se, dietro ai fatti per i quali si procede, possano celarsi altre motivazioni. Pertanto le indagini
proseguono.

Identificati e ricercati con continuità dai Carabinieri tanto presso le abitazioni che nelle città di residenza e recente domicilio, gli indagati si sono presentati spontaneamente  (ma solo dopo oltre un giorno di procurata e volontaria irreperibilità), presso la Compagnia Carabinieri di Trani dove, sottoposti ad interrogatorio, sono stati infine destinatari del
provvedimento di fermo di indiziato di delitto su disposizione dell’Autorità giudiziaria procedente.

In tale fase, i due indagati hanno fatto rinvenire la presunta arma del delitto, una rivoltella cal. 352 G.F.L. provvista di munizionamento, illecitamente detenuta e non censita, che è
stata sequestrata dai militari dell’Arma per i successivi accertamenti balistici. Condotti presso la Casa Circondariale di Trani, i due giovani vi permarranno dovendo rispondere a vario titolo delle condotte di omicidio in concorso, esplosione di colpi d’arma da fuoco, porto illegale d’arma da fuoco e ricettazione.