Stamane i Carabinieri del Comando Provinciale di Bari hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal G.I.P. del Tribunale di Bari nei confronti di Francesco Mangiatordi 37enne di Altamura.

I fatti contestati si riferiscono all’omicidio di Domenico Fraccalvieri avvenuto in Altamura il pomeriggio del 27 giugno 2011 quando, nelle vie di quel centro, una persona armata a bordo di una autovettura rubata, gli tese un agguato ferendolo mortalmente. I fatti si verificarono nei pressi dell’abitazione di Fraccalvieri e, mentre questi si accingeva ad aprire il garage di pertinenza della propria abitazione, fu raggiunto dal killer, Nicola Sorbo che scortato in loco da Mangiatordi il quale, a bordo della sua autovettura, doveva garantire al sicario una sicura via di fuga – esplodeva al suo indirizzo diversi colpi di arma da fuoco e, raggiunta la vittima che cercava rifugio all’interno del garage, ormai riversa al suolo, la colpiva ripetutamente con ulteriori colpi di arma da fuoco.

La sua eliminazione si inserisce in una serie di altri gravi fatti di sangue orditi ai danni di vari pregiudicati altamurani di spessore da una consorteria criminale emergente – il clan Nuzzi – allo scopo di realizzare la conquista violenta di quel comune. Il FRACCALVIERI, infatti, sorvegliato speciale di P.S. attivo nello spaccio degli stupefacenti in Altamura, aveva iniziato ad acquistare il narcotico da un soggetto contrapposto al predetto sodalizio. Nella misura cautelare applicata a MANGIATORDI Francesco per omicidio volontario e detenzione e porto dell’arma utilizzata per l’omicidio, è stata riconosciuta dal GIP l’aggravante di mafio.

Il provvedimento restrittivo è stato adottato a seguito di successivi emirati accertamenti scaturiti in seno all’indagine – operazione kairos – conclusa nella primavera del 2016 dal Nucleo Investigativo di Bari e svolta attraverso articolate e complesse attività tecniche e dinamiche che avevano già portato – tra il gennaio e l’agosto 2017 – all’esecuzione di 19 ordinanze di custodia cautelare (17 delle quali in carcere e 2 in regime domiciliare) nei confronti di altrettanti soggetti, tra i quali figurano gli elementi apicali, diversi affiliati e alcuni fiancheggiatori del clan Nuzzi operante nel predetto centro della Città Metropolitana levantina, ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso armata, omicidio consumato e tentato, estorsione, detenzione e porto illegale di armi ed esplosivi, nonché di associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti.