L’avviso di gara pubblicato per 21 giorni, una sola azienda partecipante – la stessa che già gestisce il forno crematorio del cimitero di Bari -, un affidamento di 16 mesi prima del via libera al project financing presentato sempre dallo stesso imprenditore e già inserito nel piano triennale delle opere pubbliche.

È la sintesi della storia, l’ennesima relativa a un appalto del Comune di Bari, che ha fatto saltare i vivi dalle sedie e rivoltare più di un morto nella tomba. Il forno crematorio è vecchio e non più sufficiente. Il dato certo è questo. La 2P di Putignano, che lo gestisce, presenta un project financing. In cambio della gestione trentennale, l’impresa si impegna a realizzare due forni di ultima generazione per un investimento complessivo di circa 2 milioni di euro.

L’operazione è già inserita nel piano triennale delle opere pubbliche, al contrario di quella analoga presentata da cinque aziende ormai più di due anni fa per la gestione di tutti i cimiteri cittadini. Non è un mistero che quel progetto all’inizio sponsorizzato dall’ex vicesindaco Vincenzo Brandi, adesso a una parte della politica non va proprio giù. Si perderebbe la possibilità di elargire agevolazioni a pochi. In campagna elettorale, poi, sarebbe disastroso.

Torniamo al forno crematorio. Lo storico affidamento iniziale non poteva essere ulteriormente prorogato e allora si è proceduto alla gara per la gestione nel periodo ponte di 16 mesi prima dell’affidamento trentennale. L’unica altra azienda interessata alla fine ha desistito, creando lo scenario descritto. Nessuna illegittimità, ci mancherebbe, ma senza uno specifico indirizzo la gestione della cosa pubblica barese continua a far discutere.