Secondo i giudici della Corte di Assise di Bari, Giuseppe Sciannimanico, l’agente immobiliare ucciso nel 2015, è stato ammazzato da un killer assoldato dal collega. I giudici hanno quindi intuito che la condotta del malvivente sia stata orientata solo ed esclusivamente per carattere economico. Tutto quanto è stato scritto come motivazione della sentenza di marzo scorso dove è stata confermata la condanna a 30 anni per il killer prezzolato Luigi Di Gioia, mentre per il mandante Roberto Perilli, collega della vittima, è stato confermato l’ergastolo.

Secondo le indagini, Perilli commissionò l’omicidio di Sciannimanico perché visto come un temibile concorrente per gli affari. Il ragazzo fu ucciso con due colpi di pistola in una strada isolata del quartiere Japigia, dove era stato attirato dal killer con la scusa di far vedere un appartamento. Per l’omicidio Perilli avrebbe dato 20mila euro di compenso a Di Gioia.