Questa pare sia vero. Siamo tornati al civico 56 di via Giulio Petroni, il palazzo che da ben due anni è diventato una location a luci rosse. Abbiamo controllato se effettivamente le prostitute e i transessuali che ci abitavano avessero lasciato il sottoscala, affittato a 550 euro al mese.

Dal nostro controllo ci è parso di capire che l’appartamento sia stato abbandonato, complice anche la cancellazione dal citofono del nome della donna che gestiva il bordello. Abbiamo anche bussato alla porta. Questa volta non ci ha aperto un transessuale, ma da essa è uscito solo uno scarafaggio che ha sancito che lì il giro di prostituzione si è concluso.

Per fortuna i residenti potranno tornare ad avere una vita tranquilla, rovinata dalle 24 ore su 24 di lavoro delle prostitute e dal via vai dei clienti che entravano indisturbati grazie al portone rotto dagli stessi protettori.