Silvio Berlusconi pagò Gianpaolo Tarantini perché mentisse sulle escort portate alle sue cene, il reato di induzione a mentire sussiste. È quanto, in sintesi, hanno sostenuto nelle repliche i pubblici ministeri baresi che nei mesi scorsi hanno chiesto il rinvio a giudizio per l’ex presidente del Consiglio e per il faccendiere Valter Lavitola, ritenuto il tramite fra Berlusconi e Tarantini.

Stando all’ipotesi accusatoria, Berlusconi avrebbe fornito al barese Tarantini avvocati, un lavoro e centinaia di migliaia di euro in denaro, perché mentisse ai pm baresi che indagavano sulle escort portate nelle residenze estive dell’ex premier fra il 2008 e il 2009 e sui suoi interessi in Finmeccanica.