La Polizia, su disposizione della Direzione Distrettuale Antimafia, ha arrestato 25 persone affiliate ai clan “Mercante” e “Strisciuglio”. Si tratta di esponenti di spicco e gregari operanti in diversi quartieri della città.

In carcere sono finiti:
Giuseppe Mercante, 53enne barese detto Pinuccio il drogato compà Peppe;
Francesco Cascella, barese di 32 anni;
Andrea Castriotta, di Terlizzi, 35enne;
Michele Catalano, barese 36enne detto zio Chele;
Christian Cucumazzo, 24 anni di Modugno;
Alessandro De Bernardis, 49anni detto Brodino;
Domenico De Caro, barese 47enne detto Mimmo il ragioniere;
Umberto De Meo, barese di 27 anni;
Gennaro Fiengo, barese di 39 anni;
Michele Lorusso, barese di 24 anni;
Riccardo Lucchesi, 37 anni di Bari;
Emanuel Petroni, barese di 27 anni;
Costantino Smurro, detto Damiano, 47 anni di Bari;
Giovanni Tritto, barese 28enne detto Giovanni piccolo;
Nicola Sedicina, 33 anni di Bari.

Ai domicilairi:
Stefano Caldarulo, detto Mazz mazz, 36 anni di Bari;
Giuseppe Cutrignelli, 48 anni di Bari;
Vito Di Bari, barese 41enne detto U buc;
Antonio Caizzi, 46 anni di bari, detto U pidich;
Damiano Di bari, 46 anni, barese;
Giusppe Genchi, 29 anni di Bari;
Antonio Laraspata, barese 32enne detto La pupa;
Giuseppe Ladisa, 42enne barese detto Peciù;
Antonio De Santiis, nato a Bari, 38 anni;
Vito cavone, 43 anni barese.

Alle persone coinvolte sono contestati i reati di associazione per delinquere finalizzata al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti, aggravata dall’uso delle armi, nonché la commissione di due tentati omicidi, aggravati dal metodo mafioso, nonché di estorsione continuata ed aggravata in danno di commercianti e di proprietari di autovetture e motocicli precedentemente sottratti.

Secondo le risultanze investigative, il clan “Mercante”, operante in posizione dominante nel quartiere “Libertà” di Bari ed in alcuni comuni del nord barese, con a capo Guseppe Mercante, si riforniva di stupefacente, anche in consistenti quantitativi, da differenti canali di approvvigionamento. Tra i fornitori il pregiudicato Luigi Luisi, ucciso nel corso di un agguato nell’ottobre del 2016, nonché da Francesco Cascella e Alessandro De Bernardis, oltre che da Antonio Caizzi.

II primo dei tentati omicidi è avvenuto il 27 aprile del 2014. L’obiettivo era Vincenzo Valentino, esponente del clan Strisciuglio. Secondo quanto accertato, l’omicidio sarebbe stato commissionato da Alessandro De Bernardis ed eseguito da Riccardo Lucchesi e Michele Lorusso. Valentino non morì solo perché la pistola si inceppò. Sarebbe stata la tratta di una risposta all’accoltellamento, avvenuto lo stesso giorno, fatto da Valentino ai danni di Umberto De Meo. Accoltellamento peraltro commesso per legittima difesa.

Il secondo tentato omicidio, anch’esso aggravato dal metodo mafioso, fu commesso il il 25 aprile del 2014 nei confronti di Alessandro De Bernardis e Riccardo Lucchesi. I sicari sono stati individuati in Giovanni Tritto e Christian Cucumazzo, ritenuti esponenti del clan “Strisciuglio,’‘ operante sul quartiere San Paolo di Bari. L’evento non si concretizzava a causa del cattivo funzionamento dell’arma utilizzata. Nel corso delle investigazioni sono stati sequestrati ingenti quantitativi di sostanze stupefacenti, che i clan facevano detenere a minori oltre a 10 pistole e numeroso munizionamento, in buona parte trovato nel corso di un summit a casa di Umberto De Meo.