“Ho paura ma non mi arrendo perché è la professione che io amo”. Ombretta Silecchia, guardia medica della provincia di Bari, confessa il suo stato d’animo a Salvo Sottile durante l’ultima puntata del programma Prima dell’alba. Dello stesso pensiero anche la collega, Caterina Rotunno.

Loro sono solo due delle 10 dottoresse molestate dal 49enne di Modugno, arrestato dai Carabinieri poche settimane fa, con l’accusa di violenza sessuale continuata aggravata a partire dal 2011.

“Ci sentiamo abbandonate dalle aziende sanitarie che devono invece fare qualcosa per consentirci di fare al meglio il nostro lavoro – continua Ombretta – quando ci chiudiamo la porta dello studio alle spalle, non sappiamo mai cosa potrebbe capitarci”.

“Sono 10 anni che lavoro di notte – racconta Caterina al microfono di Sottile – e mio marito è sempre in allarme. Non sappiamo mai chi ci troveremo nella sala d’attesa e tante volte ci capita di andare da sole in casa di sconosciuti”.

Le guardie mediche nella provincia di Bari sono total più isolate e di notte, nel caso in cui capiti qualcosa, chiedere aiuto sarebbe come urlare in un deserto. La voglia di aiutare e di fare del bene però non basta, queste donne, abbandonate dai loro stessi amministratori, sono costrette a farsi accompagnare da qualche amico per avere un po’ di protezione.

“Ho denunciato parecchie volte le molestie di quell’uomo – dice Caterina – ma mi sono sentita dire dalle Forze dell’Ordine che dovevo stare tranquilla, che tanto non mi era successo nulla”.

“Mi è capitato anche di essere minacciata con una pistola – conclude Ombretta -. Il paziente, un abitudinario della mia sede, pretendeva che gli prescrivessi ancora una volta degli antidolorifici. Dopo il mio rifiuto mi ha mostrato il calcio della pistola. Per fortuna nella sala d’attesa c’erano altri pazienti. Fossi stata da sola non ci sarebbe stato modo di fermarlo”.