Il caso delle postazioni 118 fino a qualche settimana fa ubicate in piazza Chiurlia, e poi spostate a seguito di alcuni colpi d’arma da fuoco esplosi in zona, continua a tenere banco. A chiedere chiarezza sugli interventi in corso per garantire e migliorare la sicurezza degli operatori è l’Ordine delle Professioni Infermieristiche (Opi) che con una nota ha chiesto di acquisire il Documento di Valutazione Rischio.

“Sono pervenute numerose segnalazioni a cura di personale infermieristico dopo i recenti episodi accaduti nelle postazioni 118, sino all’altro ieri ubicate in piazza Chiurlia a Bari, due postazioni che per la stessa denominazione dovevano essere ubicate nelle rispettive zone di appartenenza secondo un apposito piano del 118 barese”

“La sede di piazza Chiurlia era stata individuata dagli stessi abitanti, come un piccolo pronto soccorso in cui afferire per qualsiasi necessità laddove, un espressione di diniego – scrive l’Opi – poteva essere causa scatenante dl animosità in un quartiere particolare. Uno spaccato chiaro, risaputo e trascurato da tutti nell’ambito di una costante carenza di ambulanze in determinate ore”.

“In più si è deciso di spostare temporaneamente la postazione CTO nella sede dell’associazione di volontariato OER BARI che ne dava ospitalità. Anche questa sede risulterebbe allo scrivente essere inagibile e priva del requisiti prescritti dalla legge in tema di sicurezza del lavoro n epigrafe ripresa L’esempio di piazza Chiurlia rappresenta la punta di un Iceberg dove il silenzio della “governane” e delle Istituzioni di controllo preposte, unitamente a scelte non concordate, generano dinamiche inadeguate In un sistema molto delicato com’è il 118″.

In più l’Ordine individua tutta una serie di criticità che da anni abbiamo denunciato nei nostri servizi: “L’impedimento oggettivo di caricare gli elettromedicali in maniera continua in alcune postazioni; L’impossibilità di conservare i farmaci cosiddetti “freddi” all’Interno dei frigoriferi dove si continua a ricorrere al siberini conservati all’interno di ghiacciale di comuni frigoriferi e la presenza di prese di ricarica esterne non a norma; il ricovero dei mezzi è trascurata nella maggior parte delle postazioni; Automediche Inidonee al servizio 118″.

“Alla luce di quanto esposto- conclude l’Opi – la Asl di Bari mette a rischio gli infermieri sotto il profilo professionale e personale, sull’evidenza del mancato rispetto delle norme in oggetto. Chiediamo quindi dl acquisire il DVR del d. Igs 81/2008 per le postazioni del 118 e le attività di messa in sicurezza attivate o in corso di attivazione per tutte le postazioni del 118, nella direzione di salvaguardare la sicurezza degli operatori allocandoli in luoghi sicuri secondo aree territoriali di intervento in ottemperanza alla normativa vigente.