I ladri gli portano via lo stereo, i vigili l’auto. Oltre al danno anche la beffa per un barese di 20 anni, vittima di un episodio a dir poco paradossale a Barivecchia. Il giovane ha lasciato l’auto parcheggiata sul lungomare, zona Castello lato mare, perché impegnato per lavoro fuori regione. Tornato in città ha trovato la cattiva sorpresa: la sua macchina, una Kia Picanto grigia, non c’era più.

Prima di dare per scontata l’ipotesi del furto, il ragazzo ha chiamato la Polizia Locale. Intuizione geniale: dopo le opportune verifiche si scopre che l’auto è stata rimossa domenica scorsa e adesso si trova in un deposito giudiziario a Mungivacca. I vigili giustificano la rimozione per una presunta situazione di pericolo arrecata dalla macchina, poiché aveva i vetri dei finestrini rotti.

Le cose, però, non stanno esattamente così. Il 20enne è andato al deposito e ha scoperto che in realtà il vetro rotto in realtà era uno solo, quello posteriore destro, quindi non visibile dalla strada e niente affatto pericoloso perché non presenta resti acuminati. Ma c’è di più: scopre che il vetro era stato rotto per rubare l’impianto stereo. Dopo una inutile chiamata ai Carabinieri (la questione non è di loro competenza) l’automobilista è andato di persona al Comando della Polizia Locale per cercare di fare luce sulla faccenda.

Ciò che appare strano, inoltre, è la circostanza legata al tagliando della zsr sul parabrezza dell’auto. Più volte quello stesso proprietario, in occasione di eventi o altri problemi di circolazione, è stato facilmente rintracciato al telefono dagli stessi vigili per fare in modo che l’auto fosse spostata. In egual modo sarebbe potuto essere fatto in questa occasione.

Per chiarire la questione molto dipenderà da quanto riportato sul verbale, ma la storia ha tutta l’aria di essere il più classico dei danni (il furto dell’impianto stereo), accompagnato dalla beffa della rimozione che al proprietario costerà 143 euro. Un bel quesito da risolvere per il neo comandante Michele Palumbo. Per la serie: “Povero a chi capita”.