Lo sfogo dell’infermiere in forze al 118 che abbiamo pubblicato qualche giorno fa, costretto a intervenire inutilmente a destra e a manca per delle chiamate oggettivamente fuori luogo, ha scatenato un mare di polemiche e reazioni sdegnate. Sul ricorso scriteriato al servizio di emergenza-urgenza da parte dei cittadini ci siamo espressi più volte, riportando anche le dichiarazioni ufficiali degli addetti ai lavori, a partire dal coordinatore della centrale operativa, Gaetano Di Pietro.

Il problema, perché di questo si tratta, continua a essere di tristemente attuale e richiede secondo noi un’attena riflessione. Due giorni fa uno studente della scuola Marconi di Bari, in piazza Carlo Poerio nel quartiere Madonnella, si è infortunato a un dito, qualcuno ha così chiamato il 118, come risulta dalle registrazioni della Centrale operativa. All’operatore che preso la chiamata, la richiesta d’intervento è apparsa evidentemente inopportuna, ma vista l’insistenza è stato comunque deciso l’invio dell’ambulanza.

Arrivati a scuola, i soccorritori hanno avuto un’amara sorpresa: il ragazzo era infatti già stato trasportato al Pronto Soccorso dal padre, senza che però nessuno da scuola si fosse preso la briga di disimpegnare l’ambulanza. Di più, dalle naturali rimostranze dei sanitari ne sarebbe scaturito un acceso diverbio col personale scolastico.

Tutta questa storia porta con sé una serie di considerazioni. L’infortunio al dito, molto probabilmente, non era così grava da richiedere l’intervento dell’ambulanza, come valutato opportunamente in prima battuta dalla centrale operativa.

Inviare il mezzo di soccorso sul posto, cosa evidentemente non chiara per esempio alla signora che pensava di avere una mosca nell’orecchio o al 40enne che aveva qualche linea di febbre, comporta il fatto che la postazione del 118 resta scoperta, per cui in caso in una vera concomitante emergenza, rende difficoltoso, se non impossibile, l’intervento là dove c’è una vita da salvare.

L’alterco per il mancato disimpegno dell’equipaggio, da parte di chi lavora in un luogo deputato all’educazione e formazione delle nuove generazioni, testimonia purtroppo il fatto che il ritorno dell’educazione civica nelle scuole è quantomeno urgente. Non solo per gli studenti. Naturalmente, se qualcuno della scuola in questione ha qualcosa da dire sulla vicenda, saremo ben lieti di dargli spazio.