Su richiesta del Procuratore Regionale della Corte dei Conti di Bari, Carmela de Gennaro, il Presidente della Sezione Giurisdizionale per la Puglia ha autorizzato il sequestro conservativo di un appartamento e due locali ad Altamura nei confronti di Angela Rinaldi. Il sequestro è stato messo in atto anche su alcuni conti correnti a lei intestati ed al coniuge Nicola Calia, responsabile del Centro Assistenza Agricola Copagri S.r.l. di Altamura.

Il sequestro è stato messo in atto dopo delle pregresse indagini della Procura della Repubblica di Bari, in ordine al reato di truffa ai danni dell’AGEA (l’organo pagatore per i contributi in agricoltura), compiuto dai due coniugi, per un valore di oltre 176.000 euro.

Sulla base di quanto risultato in sede penale, nonché sulla scorta dei mirati accertamenti patrimoniali e bancari svolti dai finanzieri del Gruppo Tutela Spesa Pubblica, la Procura contabile ha elaborato il conseguente danno erariale e richiesto il relativo sequestro conservativo.

È stata contestata alla Rinaldi, che si è avvalsa della complicità del marito Calia Nicola, l’illecita percezione di ben 176.609,02 euro, in parte a carico del Fondo Europeo Agricolo di Garanzia (FEAGA) per le campagne 2011-2013, in parte a carico del Fondo Europeo Agricolo Sviluppo Rurale (FEASR) per la campagna 2013, mediante la presentazione di domande di contributo basate su falsi fascicoli aziendali.

La Rinaldi, in altre parole, attestava di anno in anno di avere stipulato contratti di affitto di terreni (siti in Ruvo di Puglia, Toritto e Minervino Murge) destinati a inesistenti colture di mandorle, olive e ciliegie, nella realtà di fatti mai concessi dai proprietari.

La Procura contabile di Bari, pertanto, ha richiesto il sequestro di beni (quale garanzia patrimoniale nei confronti dell’Erario), in relazione al pericolo che i due coniugi, nelle more della definizione del giudizio, potessero disfarsene.

Il Presidente della Sezione Giurisdizionale della Corte dei Conti, con proprio provvedimento del 7 marzo 2018, ha condiviso l’impianto accusatorio della Procura Regionale, autorizzando il sequestro conservativo di un appartamento e due locali siti in Altamura e di alcuni conti correnti bancari e postali intestati al Calia e alla Rinaldi.

Il Calia Nicola era già stato condannato, sia pure in via sussidiaria, dalla Sezione giurisdizionale della Corte dei Conti per la Puglia, per vicende analoghe che hanno visto coinvolti altri agricoltori, all’esito di indagini svolte dalla già Tenenza della Guardia di Finanza di Altamura, nell’autunno del 2013.