Inceneritore a Bari, giornata di “botta e risposta” quella consumatasi ieri. Mentre il sindaco Antonio Decaro replicava seccato all’ex presidente del Consiglio comunale, Pasquale Di Rella, reo di averlo sbugiardato, carte alla mano, sul suo essere all’oscuro circa il parare favorevole alla realizzazione dell’impianto espresso dal Comune, i legali della Newo, proponente del progetto, diffidavano formalmente l’associazione “Convochiamoci per Bari”, colpevole di aver organizzato un incontro incentrato proprio sull’inceneritore.

Tra i relatori, Vito Antononacci, di Zero Waste Puglia, ambientalista non certo dell’ultima ora, e Massimo Blonda, ricercatore del CNR e un passato da direttore scientifico di Arpa Puglia, l’Agenzia Regionale per l’Ambiente, due persone più che competenti in materia.

Ma allora perché la mail di diffida inviata dei legali della Newo? Per evitare in che quel contesto, relatori, organizzatori e intervenuti potessero diffamare l’azienda o lederne l’immagine, pena tutte le iniziative giudiziarie, civili, e penali, nei confronti dell’associazione.

La risposta, dai toni decisamente più morbidi e non certo intimidatori, è arrivata a stretto giro. Approfondire senza pregiudizi la conoscenza di un tema, questo in sintesi il pensiero di Convochiamoci per Bari, è essenziale e non porta lesioni a nessuno, anzi. Da qui, l’invito esteso alla Newo per spiegare le sue ragioni, ma nessuno si è fatto avanti pubblicamente, nonostante la richiesta esplicita rivolta alla platea. Dunque, se qualcuno dell’azienda era presente in sala, magari per riprendere integralmente il dibattito, nessuno lo sa.