Roberto Perilli, imputato per l’omicidio del 28enne collega agente immobiliare Giuseppe Sciannimanico, ucciso a Bari in un agguato il 26 ottobre del 2015, ha reso dichiarazioni spontanee scritte, lette in aula, durante l’udienza del processo che si sta celebrando, dal presidente della Corte, Giovanni Mattencini.

“Dichiaro, con la massima onestà e sincerità, di essere del tutto estraneo a tale delitto” ha scritto Perilli “riconosco di essere rimasto deluso dalla direzione di Tecnocasa, che ha deciso di non rinnovarmi il contratto dopo 21 anni di affiliazione solo perché avevo accumulato un po’ di arretrati relativi alle somme da pagare a titolo di royalties”.

“La delusione – ha aggiunto – si è acuita quando ho appreso che Tecnocasa aveva deciso di aprire un’agenzia immobiliare a pochi metri di distanza dalla mia, ma non ho mai concepito di far morire una qualsiasi persona e tanto meno un giovane collega qual era Sciannimanico”.

“Non nascondo di essermi lamentato con altri soggetti di come fossi stato trattato da Tecnocasa – ha aggiunto l’imputato – ed uno di questi soggetti è stato Luigi Di Gioia (condannato con rito abbreviato a 30 anni in qualità di esecutore materiale dell’omicidio), ma non ho incaricato né Di Gioia né chicchessia di uccidere Sciannimanico. Ho la coscienza pulita e questo potrò affermarlo per tutto il resto della mia vita”.

Il dibattimento è stato dichiarato concluso e il processo rinviato al 5 marzo per la requisitoria e le discussioni delle parti civili. Il 19 marzo sarà la volta dei difensori, il 29 marzo dovrebbe essere emessa la sentenza.