Il mare sta soffocando. Il nostro sguardo in questi giorni, grazie ai telegiornali nazionali, si sta rivolgendo soprattutto alle coste egiziane, verso il mar Egeo e il mar Rosso che stanno affrontando l’invasione della plastica. Un problema che affligge anche le nostre coste. Pochi giorni fa sulle spiagge attigue ai lidi Il Mare Dentro e Il Titolo, a Palese, sono state trovate morte due tartarughe caretta caretta. Il decesso di questi esemplari è causato, per la maggior parte dei casi, dalla plastica.

Per scoprire in quali condizioni si trovano le nostre coste abbiamo deciso di fare una passeggiata per vedere la situazione con i nostri occhi. Retini, galleggianti, per non parlare di bottiglie e buste di plastica, oltre a mozziconi di sigaretta e tanto altro. Ed è solo una piccolissima parte rispetto alle montagne di plastica che si trovano nei mari del mondo.

Secondo Greenpeace in media ci sono 8 milioni di tonnellate di plastica che galleggiano negli oceani. Per colpa dell’inciviltà, nel Mar Mediterraneo, tra Italia, Spagna e Francia, c’è una così alta concentrazione di plastica che messa in rapporto con il “continente spazzatura” presente nell’Oceano Atlantico, lo supera di gran lunga.

Questa situazione si è creata non solo per colpa di chi abbandona l’immondizia sulle spiagge ma soprattutto di chi vive il mare e da questo trae guadagno. Stiamo parlando dei pescatori che in acqua buttano i contenitori di polistirolo o retini rotti inutili per contenere i mitili. Per non parlare dei proprietari di piccole o grandi barche che dopo una gita si liberano dei rifiuti gettandoli al largo.

Questo comportamento ha reso le nostre coste invivibili. Soprattutto per le specie marine che muoiono per colpa della nostra noncuranza. Il rispetto deve essere di tutti, ma soprattutto di chi dal mare trae sostentamento. Chi vive grazie al mare deve riconoscergli il rispetto meritato.