Inizio anno con sorpresa per molti inquilini delle “case popolari”, gli immobili di proprietà dell’ex Iacp oggi Arca, Agenzia Regionale per la Casa e l’Abitare. Puntale come ogni bimestre, sono arrivati i bollettini dell’affitto, che per tanti si è rivelato una vera e propria mazzata.

A titolo di esempio, ma potremmo farne diversi, un inquilino ci ha segnalato il “lieve” aumento che gli è toccato: da 130 a 220 euro al mese, ovvero ben 90 euro in più. Decisamente più alto dell’adeguamento Istat annuale, generalmente nell’ordine dello zero virgola qualcosa, roba di pochi spiccioli per capirci.

Visto il numero cospicuo di segnalazioni ricevute, abbiamo deciso di chiamare l’Arca per capire cosa sta succedendo. Nella maggior parte dei casi, ci hanno spiegato, si tratta di errori commessi dagli stessi inquilini.

Ogni due anni, infatti, devono compilare il censimento per l’adeguamento dell’affitto dichiarando se, per esempio, sono nati dei figli, se hanno perso o cambiato lavoro, e via dicendo. Tutti parametri necessari per stabilire l’ammontare del canone, evidentemente dichiarati in maniera errata.

A mettersi di traverso ci ha pensato anche la Legge regionale n.10 del 7 aprile 2014, il cui articolo 30 stabilisce come soglia dell’importo complessivo annuo, spalmato sulle dodici mensilità, l’11% per reddito percepito. Da qui le cifre esorbitanti e da qui il via vai dalla sede centrale dell’Arca.

Fortunatamente per gli inquilini, una volta in sede, il personale dell’Agenzia sta provvedendo al ricalcolo degli importi corretti, operazione che si sta svolgendo a carico della stessa Arca e non degli affittuari. Spavento per il bollettino a parte, sembra che tutto si stia risolvendo con buona pace degli inquilini e la collaborazione dell’agenzia.