Spaccio di droga, estorsione e furto. Con queste accuse il 15enne coinvolto nel procedimento sulla morte del 77enne Giuseppe Dibello, spinto in mare il 2 maggio 2017 da una scogliera di Monopoli , è tornato in comunità.

Il giovane, una volta tornato in libertà e in attesa del processo, avrebbe iniziato a spacciare droga, costringendo due coetanei ad acquistare sostanze stupefacenti da lui e, quando i ragazzi non riuscivano a pagare, li avrebbe indotti a rubare gioielli ai genitori.

Il giovane era stato arrestato per omicidio preterintenzionale e scarcerato due settimane dopo perché dalle indagini era emerso che in realtà era stato l’amico 17enne a spingere in mare i due anziani. Nei confronti del 15enne l’accusa era stata quindi riqualificata in omissione di soccorso.

I Carabinieri della Compagnia di Monopoli hanno quindi eseguito l’ordinanza di applicazione di misura cautelare del collocamento in comunità, emessa dal Tribunale per i Minorenni di Bari – Ufficio GIP – a carico del 15enne per i reati di detenzione e spaccio di stupefacenti, estorsione continuata e furto.

Tramite servizi di osservazione i Carabinieri hanno dapprima individuato dei movimenti sospetti che avvenivano all’uscita e all’ingresso degli orari delle lezioni di un Istituto Professionale del luogo, ed in seguito, coordinati nelle indagini dalla Procura dei Minorenni di Bari, porre fine, con l’emissione della citata misura cautelare, ad una situazione che da molto tempo minava la serenità degli alunni, fino addirittura a terrorizzarli.

Il 15enne aveva avviato all’interno della scuola un proprio giro di spaccio, obbligando i suoi coetanei, anche durante le lezioni, ad acquistare dosi di marijuana. Il giovane, sebbene ancora quindicenne, era già conosciuto dai Carabinieri di Monopoli per via dei suoi
comportamenti indisciplinati e per essere un consumatore di cannabinoidi, ma soprattutto per essere stato coinvolto nell’omicidio di Giuseppe Dibello, per il quale risulta appunto indagato per omissione di soccorso.

Proprio per via del suo coinvolgimento nell’omicidio, il 15enne incuteva terrore nei compagni; gli altri studenti non solo erano costretti ad acquistare anche quando non gradivano, ma per ogni spinello pagavano anche 50 euro, una cifra enorme, che il minorenne riscuoteva senza ammettere discussioni. Tutti sapevano che spacciava, ma nessuno osava contrapporsi per paura delle pesanti ritorsioni, ovvero minacce, percosse e
un clima di terrore che li accompagnava per tutta la durata delle lezioni, tanto che alcuni chiedevano ai propri parenti di essere accompagnati all’ingresso e all’uscita pur di non incrociare il coetaneo.

Quest’ultimo, in una circostanza, quale alternativa al denaro, ha obbligato un acquirente a rubare ai propri genitori i gioielli di famiglia, anelli e collane per un valore è stimato in almeno 1000, in cambio di una cessione più generosa.

Nel corso dell’attività, a riscontro del quadro indiziario, è stato rinvenuto un involucro in cellophane contenente 53 grammi di marijuana occultati dal 15enne nei pressi della propria abitazione e verosimilmente destinati alla vendita ad altri studenti. Al termine delle formalità, come disposto dalla Procura Minorile, il minorenne è stato accompagnato presso una Comunità per minori al fine di iniziare un percorso rieducativo.