Con due anni d’anticipo rispetto al termine del regolare mandato, la Asl di Bari ha licenziato in tronco Pietro D’Amico, Amministratore Unico della Sanitaservice Srl. È quanto emerge dal verbale dell’assemblea totalitaria firmato ieri dal Socio Unico Vito Montanaro, direttore generale della Asl di Bari; dal Sindaco Unico Maddalena Pisani; dal presidente e segretario Luigi Fruscio e dal direttore dell’Area Risorse Finanziarie della Asl di Bari, Yanko Tedeschi, oltre che dallo stesso D’Amico.

Il contratto è stato rescisso per “giusta causa”. Al centro della questione, ennesimo terremoto nella sanità barese, ci sarebbero due consulenze legali date da D’Amico senza aver informato la Asl. Per questa ragione, dunque, “… è venuto meno il rapporto fiduciario con il Socio Unico dato che, come già detto sopra, la sottoscrizione dei due contratti di consulenza è stata sottaciuta e quindi mai comunicata al direttore generale della Asl di Bari”.

Si tratta di una consulenza triennale da 3.166,00 al mese oltre rimborso forfettario per spese generali del 15 per cento, sottoscritta il 31 marzo scorso e l’altra da 10mila euro annui, per due anni, oltre il rimborso del 15 per cento, firmata il 22 febbrio. A nulla è servita l’ottima reputazione di D’Amico, anche fra la maggior parte delle sigle sindacali ed il buon lavoro di riorganizzazione sottolineato anche dai direttori sanitari ed amministrativi dei vari presidi.

D’Amico, che si riserva di mettere in atto “…le eventuali azioni a difesa della sua onorablità”, ha fatto mettere a verbale che “… mancando il disciplinare di servizio in grave violazione delle norme regionali ed avendo lo stesso Amministratore proposto a settembre 2016 la realizzazione dello stesso, ed avendo già la base tecnica costituita dal modello operativo descrittivo in attesa delle dovute interlocuzioni con il Socio Unico in merito al disciplinare, attesta che direttive in senso normativo, operativo e tecnico in relazione alle nomine di consulenti e/o professionisti delegati dirette da parte del Socio Unico a mio parere non sono state violate. Tali da perdere il rapporto di fiducia”. 

Nonostante il buon lavoro svolto finora, possono le due consulenze legali la causa del licenziamento per giusta causa? Gli avvocati sono stati scelti da D’Amico? Possibile che la rescissione dei contratti non avrebbe potuto evitare il licenziamento? Le malelingue dicono si sia trattato di un ben servito sono per far posto a qualcuno più allineato, ma siamo sicuri non sia questa la ragione. In ogni caso, con tutte le consulenze esterne, non solo legali, di cui si avvale la Asl di Bari, le ragioni addotte nel verbale per giustificare il licenziamento sembrano abbastanza pretestuose. Il polverone in ogni caso è solo all’inizio.