Rapina pluriaggravata, sequestro di persona e detenzione illegale di arma da sparo. Sono i reati contestati agli imputati ritenuti responsabili della rapina in casa di un noto avvocato barese commessa in pieno giorno l’8 febbraio scorso. Per loro la Procura ha chiesto il rinvio a giudizio.

Stando alle indagini, i rapinatori entrarono in casa armati di pistola, immobilizzarono la figlia minorenne dell’avvocato e la domestica e, minacciando di morte la moglie del professionista, si fecero consegnare denaro, gioielli, orologi e altri preziosi del valore complessivo di circa 700 mila euro.

Verso le 13, secondo l’accusa, approfittando del fatto che la domestica aveva aperto la porta di ingresso per far entrare la ragazzina che tornava da scuola, i pregiudicati Domenico Ottomano, 51enne di Capurso, e Nicola Altieri, 49enne di Molfetta, con il volto coperto da passamontagna si sarebbero introdotti nell’appartamento e avrebbero immobilizzato con nastro adesivo mani e piedi della domestica e poi della ragazza, dopo averle tappato la bocca per non farla gridare e chiedere aiuto, sotto la minaccia di una pistola. I malfattori sarebbero quindi fuggiti a bordo di un’auto guidata dal presunto complice, il 67enne barese Gennaro Urbano.

Nel procedimento sono coinvolti anche altri due pregiudicati baresi, il 26enne Gianluca Ghiadri e la 49enne Rosanna Barba, accusati di un’altra tentata rapina in una villa a Torre a Mare. L’udienza preliminare nei confronti dei cinque indagati inizierà l’8 marzo 2018 dinanzi al gup del Tribunale di Bari Giulia Romanazzi. La famiglia vittima della rapina, difesa dall’avvocato Nicola Quaranta, si costituirà parte civile.