“Il centro di salute mentale di via Tenente Casale andava chiuso”. è il commento perentorio di Tina Abbondanza, psichiatra in pensione ed ex direttore, fino al 2011, del Csm barese dove il 4 settembre 2013 è stata uccisa a coltellate la collega Paola Labriola.

La dottoressa Abbondanza è stata sentita oggi in Tribunale come testimone nel processo in corso nei confronti di sei funzionari della Asl di Bari, tra i quali l’ex direttore generale Domenico Colasanto, ritenuti responsabili di non aver garantito la sicurezza nella struttura.

Nella sua testimonianza, Abbondanza ha ricordato le numerose segnalazioni e denunce fatte in quegli anni sulla inidoneità dei luoghi. “Quella struttura era assolutamente inadeguata – ha detto – non rispondeva ai requisiti che dovrebbe avere un Csm, in termini di ambiente accogliente e di sicurezza. Mancavano uno spazio di incontro con i pazienti, non c’era nessuna possibilità di fuga, aveva stanze sigillate che però erano l’accesso diretto alla disperazione degli utenti”.