La voce trema quando racconta la rapina subita la notte del 19 ottobre del 2016. Mercoledì scorso, dopo un anno di indagini, i Carabinieri della Stazione di Santo Spirito hanno arrestato la sua ex badante, il compagno, il fratello gemello del compagno e altri due parenti di questi ultimi.

Uno di loro entrò in casa verso le 22.30 mentre Liliana Cane, 73 anni, era a letto col televisore acceso. “Un uomo cattivo incappucciato mi mise la mano sulla bocca e mi disse di non muovermi se non avessi voluto farmi male – racconta la donna -. Io li imploravo di non farmi del male, non volevo morire”.

La badante aveva le chiavi di casa, usate per entrare nell’abitazione in un vico di Palese, ma non quelle della cassaforte. “Era l’unica cosa che non sapeva – continua l’anziana -. Tenendomi immobilizzata mi chiesero dove fossero le chiavi, ma io risposi di non ricordarlo. A quel punto alzarono al massimo il volume del televisore e iniziarono a rompere il muro dov’era sistemata la cassaforte con i gioielli di mia madre e mia nonna. I ricordi di una vita”.

Liliana chiama proprio la badante per avere un aiuto dopo la rapina e questa le suggerisce di far dormire la figlia a casa sua. Un paio di giorni dopo il colpo arriva l’infarto ed è sempre la badante, la traditrice, a soccorrere la pensionata. Senza scrupolo è anche ciò che succede dopo. Il compagno della donna ripristina il buco dov’era sistemata la cassaforte. Liliana lo paga per quel lavoro e lo invita a mangiare un piatto di spaghetti.

La storia è assurda e ricca di particolari da far accapponare la pelle. Per fortuna, grazie alle telecamere di un circuito di video sorveglianza ed alle intercettazioni, i cinque complici sono stati arrestati e Liliana da due giorni ha una nuova badante. Una ragazza italiana, gliel’hanno suggerita in chiesa. “La mia storia sia d’esempio – spiega -. Ho cambiato 10 badanti finora perché non posso stare sola, non fidatevi di nessuno. Guardate sempre a chi state aprendo la porta”.