“Nessuna agressione fisica e licenziamento su giusta causa”: è la sentenza del Tribunale di Bari sul caso di Filippo Zini, ex dipendente della società Emervol, che gestiva la postazione 118 di Grumo Appula in convenzione con la Asl. Riceviamo e pubblichiamo integralmente la nota con la sentenza del Tribunale di Bari.

“Il Tribunale di Bari – Sezione Lavoro, con sentenza n.5403 del 21 novembre 2017, il Giudice Luca Ariola, pronunciandosi sulla giusta cuasa del licenziamento, a rito ordinario, ha definitivamente sentenziato che in danno di Zinì Filippo non vi è mai stata alcuna aggressione fisica sul posto di lavoro, essendo stata tale denuncia una volgare e mal riuscita messinscena ordita dallo Zini Filippo ai danni di Nicoletta Daiello, come ribadito anche in giudizio dall’Emervol, con danno economico e di immagine che questa ha patito, per cui il licenziamento intimato, quale sanzione disciplinare, al termine del regolare iter previsto dalla legge, era pienamente giustificato e legittimo, senza diritto a riceversi il preavviso del licenziamento. Si legge, infatti, nella sentenza che: “Militano in questa direzione una pluralità di elementi di giudizio i quali, valutati nel loro complesso, portano a negare la reale esistenza dell’aggressione fisica denunciata da! lavoratore”. In ordine alla condotta datoriale ed alla giusta causa del recesso, la stessa sentenza, affermando le ragioni della Emervol, ha inoltre statuito che: “Il fatto addebitato al lavoratore è, invero, oggettivamente assai grave, in guanto il ricorrente si è sottratto all’adempimento della prestazione lavorativa architettando ed attuando un insidioso stratagemma, cioè la simulazione di un’aggressione mai avvenuta.”; “Appare pertanto del tutto giustificata la decisione del datore di lavoro di por fine immediatamente alla relazione lavorativa risolvendo la stessa senza neppure concedere il termine di preavviso previsto dal contratto collettivo.”. Alla sentenza di rigetto è conseguita la condanna al pagamento delle spese nella misura di euro 3.000,00=, oltre accessori di legge. L’esito della controversia, pertanto, rende nuovamente piena giustizia a fronte delle ripetute diffamazioni ricevute dalla Emervol, anche a mezzo stampa, avendo la stessa da sempre lavorato nella più aperta e completa trasparenza, per cui tutte le ingiuste accuse che le sono state ripetutamente mosse, anche a mezzo stampa, attraverso le Vostre testate giornalistiche, rivolte dallo Zini e per esso dall’USPPI, quale suo portavoce, sono state tutte rigettate e disattese, ripristinando finalmente la Verità storica delle cose, e ripagando l’associazione, seppure parzialmente, da tutte le calunniose affermazioni che le sono state rivolte e delle quali si chiederà a breve il ristoro in separata sede civile”.