Roberto Di Matteo, giornalista e cameraman barese, era accusato insieme ad altri due colleghi di essere entrato nel carcere di Tocoron, in Venezuela, con mezzi audiovisivi senza autorizzazione. E per questo era stato fermato. Ieri l’udienza di convalida del fermo.

Il giudice ha ritenuto che Di Matteo ed i colleghi non abbiamo violato la legge. A quanto pare i tre avrebbero avuto l’autorizzazione per entrare nella struttura e non sarebbero stati in possesso di materiale occultabile per la realizzazione di riprese nascoste.

Ieri sera, intorno alle 21, l’annuncio su facebook di Antonio, il padre di Roberto Di Matteo: “Roberto è Libero”.

La vicenda andata a buon fine, consente di sottolineare quanti giornalisti ed operatori di ripresa non abbiano la stessa buona sorte mentre sono impegnati a documentare ciò che accade nelle zone calde del mondo.