Una complessa attività d’indagine eseguita dal personale del Nucleo Operativo di Polizia Ambientale della Direzione Marittima, e coordinata dalla Procura della Repubblica di Bari, ha portato all’esecuzione di un nuovo provvedimento di sequestro della struttura realizzata dal Comune di Polignano a Mare nota come il “CUBO” di Lama Monachile, e al deferimento all’Autorità Giudiziaria di due soggetti, che in concorso tra loro, si sono resi responsabili di diverse violazioni penali ambientali.

Nello scorso mese di febbraio, il suddetto personale specializzato aveva già posto sotto sequestro, per la mancanza di autorizzazioni, la parte finale dei “lavori di adeguamento del recapito finale della rete di fognatura pluviale, separazione e ampliamento della rete esistente ai sensi del Decreto Legislativo n.152/99” del Comune di Polignano a Mare.

A settembre, dopo l’acquisizione da parte dell’Amministrazione Comunale delle relative autorizzazioni “in sanatoria”, su disposizione dell’Autorità Giudiziaria competente, era stato eseguito il dissequestro e la restituzione della struttura pubblica.

Ad agosto, con l’opera già conclusa ed in funzione, è stata accertata la presenza di liquami maleodoranti sulla spiaggia di Lama Monachile. Pertanto, i preliminari sopralluoghi da parte della Guardia Costiera hanno permesso di ipotizzare un cattivo funzionamento di detto impianto, riscontrato dalle successive e più dettagliate indagini eseguite dal personale del Nucleo di Polizia Ambientale della Direzione Marittima, e dalla persistenza degli sversamenti.

Mediante una particolare attività di video-ispezione, è stato accertato che nel suddetto “recapito finale della rete di fognatura pluviale, separazione e ampliamento della rete esistente ai sensi del D.Lgs. n.152/99” del Comune di Polignano a Mare, Società pugliese che gestisce le reti cittadine della fogna nera, faceva confluire illecitamente gran parte dei propri liquami nel predetto impianto di fogna bianca. Liquami che, successivamente, mediante il citato ecomostro (CUBO di Lama Monachile) si riversavano direttamente in mare nel luogo simbolo internazionale di Polignano a Mare.

La suddetta attività d’indagine, eseguita anche mediante campionamenti ed analisi in collaborazione con l’ARPA Puglia, ha permesso di accertare il superamento dei limiti massimi tabellari previsti dalle vigenti normative con valori di Escherichia Coli addirittura ben dodici volte superiori al massimo consentito.

L’interesse alla tutela dell’ambiente da parte dell’Autorità Giudiziaria barese è desumibile anche dalle prescrizioni imposte nei confronti sia dell’Amministrazione comunale che del suddetto Ente, che prevedono lo svuotamento periodico della vasca del cubo per evitare lo sversamento in mare dei liquami fognari, nonché l’immediata esecuzione strutturale di adeguamento delle opere e degli impianti esistenti.