Il conducente sbalzato fuori dall’abitacolo della propria auto dopo essere andato a schiantarsi contro il guardrail è una donna, guardia giurata 33enne in servizio all’Aeroporto di Bari-Palese. Da tempo gli addetti alla sicurezza dello scalo denunciano condizioni di lavoro al limite della sopportazione. Poco prima dell’incidente avevamo dato voce al segretario generale della UGL, preoccupato per la sicurezza dei passeggeri dell’Aeroporto di Bari proprio a causa del fortissimo stress a cui sono sottoposti i dipendenti della Securpol.

A tirarla troppo, in sostanza, la corda si spezza. E ieri ha rischiato di spezzarsi, mettendo in pericolo la vita di altre due persone oltre quella della guardia giurata. Quando ha colpito l’auto in transito sulla provinciale 236, mentre lei stessa si immetteva sulla strada, la donna stava tornando in Aeroporto per completare il turno dalle 18 alle 21.15, dopo essere stata in servizio già dalle 4.45 alle 13.00. I colleghi della guardia giurata, che per fortuna sta bene così come le altre due persone coinvolte nell’incidente, sono infuriate. Lamentano il pessimo trattamento da parte dell’azienda, la Securpol Puglia, e invitano Aeroporti di Puglia ad intervenire.

Secondo quanto siamo riusciti ad apprendere, infatti, il security manager dello scalo già in passato avrebbe preteso con una nota scritta un trattamento dignitoso dei lavoratori per non rischiare di compromettere il livello di sicurezza. Le cose, però, sarebbero andate diversamente. Nessun diritto al riposo e quindi rispetto per le esigenze dei lavoratori, che sono padri e madri. Non verrebbero concessi neppure diritti quali assenze per legge 104 o permessi. Il caposervizio o chi lo rappresenta – ci dicono alcune guardie – violerebbe sistematicamente quanto stabilito dal contratto nazionale, che prevede un massimo di 48 ore settimanali, già comprense le 8 ore di straordinario programmato.

A sentire la denuncia si andrebbe ben al di là della soglia, con 12 ore di lavoro giornaliero, e l’alibi sarebbe proprio il contratto nazionale. A detta dei dipendenti l’escamotage utilizzato è quello di chiamare l’addetto poco prima della fine del turno per comunicare che il cambio non arriva, obbligando quindi lo sventurato a presidiare altre 2 ore e mezza il posto di lavoro per non incorrere nella prevista sanzione disciplinare. Se da un lato è vero che il contratto stabilisce lo stravolgimento del turno per “esigenze di servizio”, sembra anche vero che tali esigenze sarebbero solo la scusa per colmare una cronica carenza di personale.

C’è poi il lavoro nel giorno di riposo, pure quello previsto, ma previa telefonata, al fine di stabilire le esigenze e organizzare il turno. A detta delle guardie giurate, invece, l’azienda obbligherebbe al lavoro mandando email, telegrammi e persino sms in cui si sollecitano le “esigenze di servizio”. La carenza di organico è stata segnalata in più occasioni dai sindacati, anche in considerazione di alcuni infortuni, aspettative e maternità. Non c’è dubbio che una situazione così esplosiva possa finire con il compromettere il corretto svolgimento il delicato lavoro di controllo e vigilanza in Aeroporto.