Dimessa dal pronto soccorso e caricata su un lettino di fortuna in uno di quei furgoni impiegati solitamente per i traslochi. Ciò che accade dopo le dimissioni di una paziente con problemi al femore, e per questo trasportata fin dentro il furgone su una barella spinale, stanno facendo molto discutere.

Una volta dimesso, sia chiaro, il paziente è libero di andarsene come crede. Ciò che sta fecendo parlare è il fatto che un paio di dipenenti dell’ospedale, con l’aiuto di altro personale sanitario, abbiano dato una mano ai parenti in quella rischiosa operazione di carico. Tutto ciò senza che a nessuno sia venuto in mente di consigliare ai coingiunti del malato un mezzo di trasporto più sicuro, anche in conseguenza della patologia per cui era sta portato in ospedale.

E qui si apre la madre di tutte le discussioni. Se caricando la paziente, questa si fosse fatta male, sarebbe stata anche responsabilità del personale intervenuto in aiuto? E se quei dipendenti non avssero dato una mano, non sarebbero forse apparsi senza cuore? Il dibattito è aperto. Non è facile giudicare se certe situazioni non le si vive in prima persona.

Un plauso a chi è intervenuto, ma anche nessuna condanna a quanti si sono girati dall’altra parte. Un trasporto così rishioso aveva serie possibilità di degenerare e magari causare ulteriori problemi alla paziente. Fosse stato quello il caso non sarebbero stati ammessi sconti. Più di un dipendente della sanità pubblica si è trovato nei guai dopo essere rimasto coinvolto in casi analoghi, seppure con un diverso epilogo.