L’autista ferma l’autobus in viale Orazio Flacco e fa scendere tutti i passeggeri. “Non sono in condizioni di guidare”, avrebbe detto agli utenti prima di chiamare il 118 ed i suoi superiori, in modo che questi ultimi potessero provvedere alla sua sostituzione. Per una volta a lasciare i passeggeri appiedati non è stato il guasto ad uno dei tanti catorci, ma l’ennesima contestazione che l’azienda municipalizzata del trasporto pubblico ha fatto ad un suo autista, in servizio da circa 18 anni.

Secondo quanto viene raccontato dagli stessi utenti, testimoni delle imprecazioni, l’uomo si sarebbe lamentato per aver ricevuto la seconda contestazione in una decina di giorni, in aggiunta alle altre ricevute in passato. Il motivo della prima sarebbe stata la mancata firma del foglio delle corse, l’ultima per un ritardo in azienda di una decina di minuti. La comunicazione sarebbe arrivata a mezzo posta elettronica certificata mentre l’esperto, ma esasperato conducente era alla guida.

A quel punto lo stress ha preso il sopravvento. Ciò che l’autista dell’Amtab continuava a lamentare, continuano i testimoni solidali, è l’assoluta intolleranza rispetto a quelle che giudicava inezie rispetto alle tremende condizioni di lavoro a cui lui e tutti i suoi colleghi sono sottoposti tutti i giorni.

Gli autisti sono i primi ad essere presi a maleparole o addirittura aggrediti; ad uscire al mattino consapevoli di esserci messi alla guida di mezzi che dovrebbero stare ormai dallo sfascia carrozze; a viaggiare senz’aria condizionata o a bordo di vetture colabrodo, che si allagano al primo acquazzone. Una rabbia crescente, soprattutto se si considera che le contestazioni si trasformano man mano in procedimenti disciplinari, che portano a sospensioni e riduzioni della paga. Stessero davvero così le cose bisognerebbe seriamente interrogarsi sul livello di stress e assoluta mancanza di considerazione a cui sono sottoposti gli autisti dell’Amtab.