Scandalo tangenti all’ex catasto: dopo oltre dieci anni si chiude tutto con la prescrizione di quasi tutti i reati. Il Tribunale di Bari ha dichiarato il non luogo a procedere per prescrizione con riferimento alle contestazioni di associazione per delinquere, concussione, corruzione, falso, accesso abusivo al sistema informatico,ricettazione ed esercizio abusivo della professione.

I fatti contestati risalgono agli anni compresi fra il 2003 e il 2006: secondo l’accusa, professionisti e dipendenti dell’ex Catasto di Bari avrebbero intascato tangenti in cambio di visure catastali o accelerazione di pratiche. Esisteva un vero e proprio “tariffario extra” per le pratiche catastali da agevolare, che andava dai dieci euro per rilasciare una visura per ‘uso ufficio’ a diverse migliaia di euro per accatastare a valori inferiori grandi opifici.

Le indagini nel novembre 2006 portarono all’arresto di sette persone, 101 perquisizioni e 82 avvisi di garanzia, 46 dei quali finiti sotto processo e oggi tutti prosciolti e assolti. I giudici hanno assolto nel merito “perché il fatto non sussiste” i tre dipendenti accusati di peculato, accusati di essersi appropriati di buste, moduli e planimetrie prese in ufficio e portate a casa. S

Stando alle indagini della Guardia di Finanza, coordinate dall’allora pm barese Giuseppe Carabba e poi ereditate da Pasquale Drago, dieci dipendenti dell’Agenzia del Territorio (ex Catasto) inducevano i professionisti che si rivolgevano al loro ufficio ad affidare loro, previo pagamento, l’esecuzione delle pratiche catastali, garantendo una riduzione dei tempi tecnici anche attraverso la falsificazione dei dati relativi ai beni da accatastare.