Otto anni di reclusione per il boss di Japigia, Savino Parisi, più altre 36 condanne comprese fra i 14 anni e i 16 mesi di carcere per altrettanti presunti affiliati al clan, accusati di decine di episodi di estorsione ai cantieri edili. È la richiesta del Tribunale di Bari.

I fatti contestati risalgono agli anni compresi fra il 2010 e il 2015: gli imputati rispondono, a vario titolo, di associazione mafiosa, estorsione, detenzione e porto di armi, lesioni personali, violazione di domicilio, invasione di terreni ed edifici, furto, illecita concorrenza con minaccia e violenza, favoreggiamento.

La pena più alta è stata chiesta per un nipote del boss, il 31enne Tommaso Parisi, soprannominato “Frichicchio”, che rischia una condanna a 14 anni di carcere. Condanne rispettivamente a 12 e a 10 anni di reclusione sono state chieste per i fratelli del boss, Giuseppe (detto “Mames”) e Michele Parisi (“Gelatina”) e a 10 anni per il boss Eugenio Palermiti. Tra gli imputati ci sono anche alcuni imprenditori edili accusati di concorso esterno in associazione mafiosa, per i quali la Dda ha chiesto condanne fra i 6 anni e 8 mesi di carcere e i 4 anni e 6 mesi.

La richieste sono state avanzate nel processo con rito abbreviato che si sta celebrando dinanzi al gup del Tribunale di Bari Alessandra Susca. Nel processo sono costituiti parti civili Comune di Bari, IACP, Associazione Antiracket, Ance, Confindustria, due aziende edili (Debar Costruzioni spa e Spazi Moderni srl) e tre imprenditori baresi, che hanno quantificato risarcimenti danni fino a 100 mila euro. Le arringhe dei difensori inizieranno il prossimo 4 ottobre e la sentenza è attesa per gennaio.