Provate a immaginare di rispondere al citofono e di sentirvi dire : “Bastardo ti ammazzo, so che sei tu ad avermi fatto il TSO”. È successo ad un professionista barese, residente a Carbonara, che alcune settimane fa si è visto piombare a casa la donna che sta tenendo sotto scacco, infastidendoli, numerosi cittadini di Adelfia.

La sceneggiata napoletana è andata avanti per diversi minuti ed è scaturita dall’omonimia del professionista con il medico che ha eseguito il trattamento sanitario obbligatorio nei confronti della donna. Urla, minacce e parolacce hanno allarmato i vicini di casa dell’uomo. Momenti di tensione e paura poiché in quel momento in casa c’erano anche la compagna e la mamma dell’ennesima vittima.

Annunciando di sporgere denuncia per l’accaduto il professionista si è detto particolarmente preoccupato anche perché non ha capito se la donna abbia inteso che si è trattato solo di un caso omonimia. Fino a ieri, quando ha ascoltato le minacce che la donna aveva fatto ad un altra vittima e letto la descrizione dei fatti, nell’articolo pubblicato ieri, il professionista disconosceva il motivo dell’aggressione.

Non sappiamo se la donna si sia procurata autonomamente i dati del presunto medico o se qualcuno glieli abbia forniti. Certo è che, anche alla luce di questo episodio, appare indispensabile un provvedimento delle autorità competenti per evitare che la storia degeneri.