Un generatore sempre accesso, con continui rabbocchi di carburante, per sofiare aria all’interno ed evitare che il Punto medico avanzato di proprietà della Asl di Bari, allestito in occasione del Medimex, possa sgonfiarsi. Proprio così, emblema di un’emergenza continua, dove non si trovano tempo e soldi per una termosaldatura, ma non si può più abusare dell’aiuto gratuito e delle attrezzature dei volontari, soprattutto dopo la rottura in occasione dell’ultima Festa di San Nicola e del G7. In quel caso era stato chiesto un piccolo contributo per pagare le spese. Per pagare lo straordinario al personale Asl in servizio, invece, i soldi non mancano mai.

La struttura gonfiabile presenta una vistosa falla sul lato destro. Per osservarla è sufficiente farsi sotto il PMA, non c’è bisogno di operazioni di spionaggio di nessun tipo. Il 17 ottobre del 2016 avevamo documentato le condizioni di quel PMA, dovute all’atavico abbandono all’esterno della sede del Coordinamento del 118, all’ospedale Fallacara di Triggiano.

Vederlo nuovamente in pista ci aveva fatto piacere, per un attimo avevamo creduto fosse stato finalmente fatto il buco alla ciambella. A ben guardare, invece, l’unico buco è quello al gonfiabile. Il problema di quel Punto medico avanzato, però, è anche un altro, per certi versi e se possibile ancora più grave. Ieri pomeriggio, come si evice facilmente dai turni, tra la squadra che ha sistemato la struttura, pronta ad intervenire nel caso di un malore, c’era anche chi sarebbe dovuto essere altrove, dappertutto tranne che in quel posto, perché dichiarato inidoneo dal medico competente.

Il problema vero è che da parte di quell’operatore non c’è stato dolo. La sua inabilità e il successivo, paradossale impiego nella struttura medica da campo sono stati entrambi certificati dal coodinatore del 118 barese, Antonio Di Bello, a conoscenza di entrambe le vicende. Non abbiamo pregiudizi, non vogliamo buttare fango su nessuno. Vorremmo solo, al pari di qualunque altro cittadino barese e pugliese, che le cose fossero fatte con criterio, non solo per appuntarsi una medaglia sul petto, soprattutto nell’ambito sanitario.

LA DEFINIZIONE DI PMA DATA DALLA PROTEZIONE CIVILEIl Pma – Posto medico avanzato è il fulcro della catena sanitaria dei soccorsi in caso di intervento su catastrofe limitata e si dispone tra l’area di raccolta e gli ospedali di ricovero.

Quando il numero di feriti è superiore a quello gestibile dalle risorse immediatamente disponibili, il Pma costituisce sul luogo dell’evento una struttura medicalizzata in cui proseguire il triage, cioè il processo di suddivisione dei pazienti in classe di gravità in base alle lesioni riportate e alle priorità di trattamento e/o evacuazione. È anche il luogo in cui somministrare trattamenti di stabilizzazione delle vittime e coordinare l’evacuazione verso gli ospedali idonei disponibili.

La funzione del Pma consente, tra l’altro, di guadagnare tempo prezioso, durante il quale può essere mobilitato un maggior numero di ambulanze e personale e permette agli ospedali di prepararsi ad accogliere un numero improvviso ed elevato di vittime provocate dall’evento straordinario.