Noureddine El Moudden, 51 anni, ex titolare della nazionale di pallavolo del Marocco, all’Acquapark di Japigia non sarebbe dovuto nemmeno esserci. Ieri, infatti, era l’ultimo giorno del Ramadan e lui, musulmano, avrebbe dovuto onorarlo. Eppure era lì: “Il lavoro è preghiera, perché Dio sa che stavo guadagnando onestamente il pane per i miei figli”

Non era un giorno normale nemmeno per l’Acquapark. Era l’inaugurazione stagionale: un sole che spacca le pietre, decine e decine di persone tra le piscine e il bagno-asciuga e tante voci che si sovrappongono. Un caos che però non ha impedito a Noureddine di scorgere la povera bimba di 3 anni con la testa sott’acqua che non dava nessun segno di vita. Gli sono bastati pochi secondi per capire che c’era qualcosa che non andava ed è intervenuto salvandole la vita.

Chiamatelo caso, chiamatelo destino. Se c’è un Dio, in qualunque modo si chiami, ha deciso che Noureddine doveva essere lì, in quel preciso momento, per salvare la povera bambina. Altrimenti, oggi, staremmo parlando di una nuova tragedia.