Corruzione e truffa. Sono queste le accuse che pendono sulla testa del consigliere comunale ed ex vice-presidente del consiglio della Provincia di Bari, Anita Maurodinoia. “Lady preferenze” rischia quindi di essere rinviata a giudizio in uno dei filoni della maxi-inchiesta sugli appalti della ex Provincia di Bari. Lo apprendiamo dalla Gazzetta del Mezzogiorno.

L’inchiesta coinvolge 21 persone e 6 società. L’udienza preliminare è fissata per il 18 ottobre: quel giorno, oltre alla Maurodinoia, dovranno presentarsi il marito Alessandro Cataldo, il dirigente provinciale Cataldo Lastella, e due imprenditori omonimi, nonno e nipote. Tutti sono accusati di corruzione mentre la Maurodinoia risponde anche di truffa: avrebbe ottenuto un rimborso per una missione a Roma per una riunione istituzionale a cui non ha mai partecipato.

Secondo l’accusa, la Maurodinoia, forte della sua funzione di vice-presidente del Consiglio, avrebbe assegnato numerosi appalti tutti alla stessa ditta in cambio di lavori edili in casa, automobili e circa 24mila euro. Il consigliere comunale, oggi capogruppo di una lista civica che appoggia la maggioranza di Decaro, rischia quindi il rinvio a giudizio e la sospensione dalla sua carica.

In caso di corruzione, anche senza sentenza definitiva, è prevista infatti la sospensione per 18 mesi a causa della legge Severino. Una spada di damocle che non pende solo sul Consiglio Comunale, ma anche su quello Regionale. La Maurodinoia, infatti, è la prima dei non-eletti tra le fila del Partito Democratico ma potrebbe tornare in gioco se qualcuno dei consiglieri attualmente in carica, come pare, decida di candidarsi alle ormai imminenti politiche.