Arrivo in ritardo sulla notizia, perché quando ho chiesto cosa fosse successo in via Pavoncelli, a Bari, mi è stato risposto: “È solo una morte per cause naturali”. La tua, caro Stefano, non è una morte qualunque, ma la scomparsa di una mente brillante, di un uomo capace, umile e generoso, che ha sempre cercato di approfondire per passare all’azione.

È per questo che Michele Emiliano ti ha voluto con sè, prima al Comune, poi alla Regione Puglia, per provare ad organizzare una lotta sensata al crimine e alle mafie. Dirigente capace, politico schierato, comunista fiero, uomo leale. Sapevi ciò che facevi e quando l’obiettivo imponeva più impegno non ti sei mai tirato indietro.

Quando ci siamo confrontati su situazioni anche parecchio delicate ho sempre avuto la sensazione che ciò che eri ed avevi te lo fossi sudato. Ne sono convinto leggendo le testimonianze di chi ti ha conosciuto.

Su facebook avevi letto della nascita di mio figlio Pietro. Adesso su facebook leggo che sei stato stroncato da un infarto a 38 anni, la mia età. Te ne sei andato lasciando un segno e allo stesso tempo un vuoto, quello tipico di chi è entrato, discreto ma determinato, nella vita di una miriade di persone, non solo in Puglia, terra che con la tua scomparsa ora più povera.

Morivi d’infarto mentre a 29 anni, un altro uomo, rimaneva vittima di un agguato mafioso. Forse un segnale importante di quanto sia necessario tenere sempre alta la guardia. Addio Stefano Fumarulo, dirigente antimafia.