Continuano i “guai” giudiziari per il PM Antonio Savasta in servizio presso la Procura della Repubblica di Trani all’epoca dei fatti contestati. Confermata la condanna a due mesi di reclusione per falso. Così si è concluso nella tarda mattinata di ieri a Lecce il processo in Appello nei confronti del pubblico ministero di Trani Antonio Savasta. Il Procuratore Generale della Corte di Appello di Lecce aveva in udienza chiesto la conferma della sentenza di primo grado. Questa non è l’unica vicenda giudiziaria sulla masseria San Felice che vede coinvolto Savasta, giudicato da Lecce per ragioni di competenza, nate in seguito alle controversie fra Antonio Savasta e l’imprenditore barlettano Giuseppe Dimiccoli, attivo nel settore dell’abbigliamento, che nel 2005 acquistò insieme al magistrato la masseria.

La condanna confermata è quella a 2 mesi di reclusione (pena sospesa e non menzione) per falso commesso, addebitati all’ex pm di Trani Antonio Savasta. L’accusa contesta di aver falsamente dichiarato dinanzi ad un notaio in due diverse occasioni (nel 2009 quando ha ceduto al fratello Francesco e nel 2010 alla sorella Emilia) di non aver fatto costruire una piscina in “cemento armato” – dotata di vasche di depurazione e idromassaggio, come pubblicato nella broschure informativa della New Depur Sistem del 2006 – per la cui realizzazione sarebbe stata necessaria specifica autorizzazione edilizia, mentre la Dia rinvenuta risulta essere datata 2008. Inoltre l’imprenditore barlettano denunciante, ex socio o finanziatore del progetto, afferma che l’ex PM tranese avrebbe donato l’immobile ad entrambi i germani, nonostante avesse un figlio minore, per evitare la redazione dell’atto di vendita e far valere l’esecuzione in forma specifica – art. 2932 c.c. – dell’atto preliminare redatto al promittente acquirente, firmato a Barletta il 06–06–2006 su foglio di carta intestata della Procura della Repubblica di Trani, a nome di Di Lillo Filomena, moglie del denunciante. Nelle scorse settimane Savasta, sempre per la Masseria San Felice è stato assolto dall’accusa di concussione, ma sarà processato a partire da luglio, sempre a Lecce, con familiari, soci e tecnici comunali per lottizzazione abusiva e violazione del codice dei beni culturali e del paesaggio.